Approcciarsi a La Pomme Prisonniere, di Kenji Tsuruta, è un po’ come entrare in un universo fantastico e imprevedibile fatto di meraviglia e sensualità. L’antologia, pubblicata in Giappone da Hakusensha a partire dal 2010 e in seguito raccolta in un volume, viene proposta nel nostro Paese in un brossurato da J-POP, disponibile in fumetteria dallo scorso aprile.

Solo pochi autori sono riusciti a creare un connubio magico tra nudo e poesia senza mai scadere nel banale o addirittura nel volgare, elevando invece la propria espressività a un livello artistico sublime. Sfogliando le pagine di questo manga, una raccolta di brevi storie, è difficile trovargli un’etichetta: al confine tra lo josei e il seinen, i suoi contenuti possono essere apprezzati dalla categoria più vasta di pubblico adulto, a prescindere dal sesso e dall’orientamento.

Il paragone più immediato per un lettore italiano è con maestri dell’erotismo come Guido Crepax e Milo Manara. Le giovani donne di Tsuruta possiedono...