Inquadrare Wacky Raceland per quello che è in realtà non è facile, un “problema” di partenza che hanno tutte le riscritture dei classici di Hanna-Barbera attualmente in corso in casa DC. Il dualismo è evidente: da un lato la curiosità di vedere personaggi come Scooby Doo, gli Antenati e compagni in storie dal taglio più adulto e dall’ambientazione meno edulcorata è molta. Dall’altro, vuoi per l’effetto nostalgia, vuoi per il “trauma” della transizione, le discrepanze tra il vecchio e il nuovo sono talmente forti che la sensazione di essere andati a scomodare, pur nella sua semplicità, un vecchio classico che andava lasciato com’era è difficile da ignorare.
L’impresa del team creativo di Wacky Raceland, composto da Ken Pontac e Leonardo Manco, è indubbiamente difficoltosa, in primis per la vastità del cast: nella serie di animazione originale si affrontavano ben undici veicoli, spesso con equipaggi composti da più di una persona: impossibile presentarli tutti in maniera convincente nel ...
Wacky Raceland rielabora il cartone animato in chiave Mad Max: è spiazzante, richiede qualche sforzo, ma ricattura il divertimento dell’originale
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