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L'uomo dietro l'armatura, niente di più tipico del cinema americano, che quando vuol fare introspezione cerca il personaggio dietro la maschera. E per farlo con Tony Stark l'equazione era semplice, levare l'armatura e lasciarlo (per buona parte del film) abbandonato a se stesso e a quelle doti che inizialmente ne hanno fatto la fortuna per riscoprire le vere radici della sua personalità.
Già in questo presupposto sta un tradimento dell'idea iniziale che aveva animato (e con grande piacere e successo) il primo film, a modo suo una piccola pietra miliare del genere, capace nel 2008 di dar vita a un canone e un modo di procedere che poi si sarebbe ancor più perfezionato con The Avengers.
Tony Stark, come solo pochissimi altri personaggi cinematografici (vedi James Bond), era caratterizzato dall'avere tutto. Nella sua versione filmica originale non era assolutamente un supereroe ...
Con il terzo film si chiude un ciclo partito benissimo, continuato in maniera deludente e qui arrivato al punto di tradire i presupposti iniziali...
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