Recensione - Broforce
Trenta eroi ispirati ai personaggi del cinema d'azione scendono in campo contro il male, armati e incazzati: la recensione di Broforce
Il giocatore si approccia a Broforce prendendo in mano il pad come Schwarzenegger prende sulle spalle un tronco d'albero nei primi momenti di Commando: fiero ed eroico, incarnazione della forza, che ahilui risiede nei polpastrelli, e non in corpo leggendario. Il pad è veicolo di eroismo, il mezzo attraverso il quale dispensare libertà, democrazia e giustizia, tramite i trenta bro, le parodistiche icone dell'azione (alle quali abbiamo dedicato uno speciale). Rambro è il primo a scendere in campo, poi ve ne se aggiungono altri, dopo essere stati liberati dalle prigioni nelle quali si trovano rinchiusi. Brommando, Brodell Walker, McBrover, Bro Hard, BropoCop sono solo alcuni, e se non avete idea di quali siano le loro fonti d'ispirazione allora lasciate perdere Broforce, perché probabilmente non fa per voi.
[caption id="attachment_147888" align="aligncenter" width="600"]
Broforce è infatti una produzione a suo modo storica per chi idolatra il cinema d'azione, per chi è cresciuto nel mito di Sylvester Stallone o, ancora di più, si è nutrito di quelle produzioni del sottobosco action, roba come la serie Missing in Action, con protagonista Chuck Norris. La stragrande maggioranza delle sue icone sono infatti riconoscibilissime, ma per come è concepito e imbastito ludicamente il gioco di Free Lives è pacchiano, ignorante, rozzo, eppure a suo modo glorioso. Se potesse essere la scena di un film, sarebbe il momento in cui in Delta Force Chuck Norris, ancora lui, spara dei razzi, dal retro della sua moto. Poco c'entrano in Broforce Indiana Brones o Mr Anderbro, ma va benissimo anche così, perché per ognuno di loro ci sono un BA Broracus e uno Snake Broskin.
"L'opera arrogante di Free Lives sublima la furia della libertà e della democrazia, colui che ha il pad in mano è un mero esecutore di ideali supremi ed intangibili"Ogni personaggio ha armi e speciali diverse, e sta quasi tutta qui l'essenza del divertimento di Broforce, che nel suo essere sparatutto è tutto sommato ordinario, perché si spara e spara, è vero si salta anche, si distrugge persino il terreno per permettere la propria avanzata, ma manca la raffinatezza blastatoria di un Contra a caso, il districarsi in un inferno di proiettili. Ecco, Broforce conquista quando ad ogni liberazione di un prigioniero si cambia di Bro, in maniera totalmente casuale, ed occorre cambiare il proprio approccio drasticamente, questo non una volta, ma due, tre, quattro all'interno di livelli molto brevi, molto spesso completabili anche solo in un paio di minuti. E' la gioia di una sinfonia di distruzione e morte da suonare con diversi strumenti, e che per quello è divertente. Il gioco si prende persino il lusso di infilare nella progressione delle battaglie con i boss che richiedono, oltre il dispensare piombo, un minimo di ragionamento, e queste sono tra i suoi punti più alti, picchi di esplosioni e piombo all'interno di un titolo che esplosioni e piombo non li lesina.[caption id="attachment_147889" align="aligncenter" width="600"] Broforce - screenshot[/caption]
Non ci sarà nessun colonnello Trautman a tirar fuori il giocatore di Broforce dal vortice di pallottole, missili, granate, coltelli nel quale piomba fin dal primissimo momento di gioco. L'opera arrogante di Free Lives sublima la furia della libertà e della democrazia, colui che ha il pad in mano è un mero esecutore di ideali supremi ed intangibili, delle leggi di un Dio muscoloso, incazzato ed infinitamente giusto nel dividere il bene dal male; il bene i trenta bro, il male Satana. Il giocatore è la sua pistola, il suo fucile, il suo lanciarazzi, il suo machete. Broforce non sarà l'unico gioco nel quale è possibile prendere a calci in culo il diavolo, ma è probabilmente quello che regala più soddisfazione nel farlo.