Recensione - Kyn

Un gioco di ruolo occidentale che mischia l'ambientazione nordica ed il fantasy tradizionale: la recensione di Kyn

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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La stessa esistenza di un gioco come Kyn fa onore a chi lo ha sviluppato, visto che si tratta di un titolo realizzato da sole due persone. Se questo potrebbe apparirvi non cosi straordinario, sappiate sin da subito che siamo di fronte a un qualcosa di molto più profondo ed evoluto del classico indie mordi e fuggi, dal momento che il titolo del duo noto come Tangrin Entertainment è un ambizioso RPG dall’impostazione a metà fra Diablo e Baldur’s Gate, che può arrivare a tenere impegnati i giocatori per diverse decine di ore di gioco. Insomma, tutto si può dire meno che questi titolo manchi di ambizione e voglia di stupire, anche se non tutto risulta perfettamente implementato.

Ambientato in una suggestiva ambientazione nordica, nella quale l’immaginario legato alla cultura vichinga si fonde ad uno stile fantasy di matrice abbastanza classica, Kyn racconta la storia di due ragazzi, di nome Bram e Alrik; all’inizio dell’avventura i due giovani sono di ritorno a Vinborg, loro villaggio di origine, dopo aver superato una serie di prove che dà loro il titolo di Magni, appellativo con cui si identificano i campioni locali, benedetti da particolari poteri magici altrimenti inaccessibili ai normali esseri umani. Ciò che i due trovano è però una realtà assolutamente sconvolta. Gli Aeshir, una delle tante razze non umane del mondo, e creature solitamente pacifiche, sono diventati improvvisamente e apparentemente senza ragione violenti e prevaricatori e l’intera regione è stata messa a ferro e fuoco, con il loro potente e innato potere magico. Tocca così ai due ristabilire l’ordine delle cose, risalendo alle cause dei tumulti. A dispetto di quanto possa sembrare il tono della narrazione è in linea di massima piuttosto scanzonato, lontano dalla cupezza che contraddistingue diverse produzioni dello stesso genere recenti e non, e più in generale la trama di Kyn non è destinata a passare alla storia per profondità dei temi trattati e dei personaggi. La cosa è in parte ovviamente un peccato, ma non è il caso di fasciarsi troppo la testa dato che l’intera vicenda è, in sintesi, una sorta di pretesto per consentire ai giocatori di cimentarsi in un'esperienza unicamente legata al single player e improntata su un sistema di gioco lavorato con tanto impegno e profondità.

[caption id="attachment_145662" align="aligncenter" width="600"]Kyn screenshot Kyn - screenshot[/caption]

Kyn è un titolo con visuale isometrica, che fonde il sistema di combattimento punta e clicca à la Diablo con soluzioni di gioco tipiche dei giochi di ruolo occidentali classici, quali un team da gestire e un approccio alla lotta più riflessivo e tattico. Bram e Alrik all’inizio della loro disperata impresa sono in due, ma ben presto altri avventurieri si uniranno al party; è possibile mettere insieme sino a sei combattenti, ciascuno con tre caratteristiche fondamentali da gestire e potenziare: Mind, Body e Control. Man mano che si progredisce nell’avventura, completando quest e aree di gioco ed uccidendo nemici, si sbloccano skill points da assegnare a una caratteristica o all’altra, migliorando così elementi come punti ferita, l’hit rate, il quantitativo di danni inflitti e la velocità d’azione. Per ogni cinque punti assegnati a una delle tre caratteristiche, inoltre, si sblocca una particolare abilità legata alla skill sviluppata, che può essere quindi magica, di controllo del territorio, di cura, attacco e cosi via. Delle molte sbloccate via via che si gioca se ne possono attivare fino a due alla volta, più una legata a delle particolare pietre magiche ottenibili durante le varie quest, che modificano, talvolta in maniera anche radicale, gli effetti delle varie abilità, producendo in definitiva un sistema piuttosto vario, che obbliga il giocatore a mutare continuamente le abilità attivate e con esse l’approccio alla battaglia. Ancora più significativo e incidente e il sistema di crafting, probabilmente persino più importante degli skills points nel determinare la forza dei nostri avventurieri; ci sono letteralmente migliaia di oggetti ottenibili lungo l’intera avventura, quasi tutti craftabili, per ottenerne via via di nuovi sempre più forti, un comparto questo davvero curato e profondo che saprà regalare molte soddisfazioni a chi avrà voglia di approfondirlo.

"l’azione non è in real time come in Diablo o Torchlight, e si può riflettere per qualche istante sul da farsi di fronte all’assalto nemico, rallentando il tutto con un click, ma il tempo è tiranno, e nel giro di pochi secondi torna a fluire alla sua normale velocità"

Per abbondante che possa essere il crafting, e per quanto possa essere mediamente vario e appagante il sistema di sviluppo dei personaggi, privo com’è di classi predefinite e molto liberale nella composizione del party, è però il combat system a recitare la parte del leone in Kyn, vera e propria croce e delizia del titolo; cosi come avviene in molti RPG occidentali l’azione è in tempo reale, con il tasto destro del mouse si gestisce il movimento dei vari membri del party e con un click del tasto sinistro si attivano i vari attacchi e le abilità. A differenza dei vari Pillars of Eternity o Wasteland 2 (per stare a produzioni più recenti) non è però possibile bloccare l’azione, per poter indirizzare la nostra squadra, ma solo rallentarla per pochi secondi con un riuscitissimo effetto slow motion. In altre parole l’azione non è in real time come in Diablo o Torchlight, e si può riflettere per qualche istante sul da farsi di fronte all’assalto nemico, rallentando il tutto con un click, ma il tempo è tiranno, e nel giro di pochi secondi torna a fluire alla sua normale velocità, con effetti catastrofici o trionfali, a seconda delle direttive impartite. Il sistema funziona bene, fonde di fatto RTS e RPG e dà tempo di ragionare e pianificare gli attacchi e le abilità da utilizzare, ma una certa velocità di pensiero e azione è comunque oltremodo necessaria per riuscire bene nel gioco. Peccato che i problemi non manchino, a cominciare da una interfaccia discutibile e troppo confusionaria, per arrivare a un targeting approssimativo, in cui troppo spesso gli attacchi, le cure e le abilità speciali vengono rivolti al bersaglio sbagliato per cause indipendenti dalla nostra volontà e interamente legate all’imprecisione del sistema. Il tutto è spesso frustrante, anche a causa di una difficoltà non certo tenera e della filosofia di fondo del combat system, che impone di pensare e agire piuttosto velocemente, coordinando sei distinti elementi della squadra con margini di errori ridottisimi.

[caption id="attachment_145663" align="aligncenter" width="600"]Kyn screenshot Kyn - screenshot[/caption]

Il gioco scorre in modo lineare ma piacevole, l’intera avventura è divisa in vari capitoli, la varietà degli scenari è tanto notevole in termini di stile e cosmesi generale quanto discutibile dal punto di vista del level design; le aree sono piene di sub quest, collezionabili, nemici da abbattere e cose da fare, ma sono tutte piuttosto guidate, poco varie e molto prevedibili. Notevoli sono però i numerosi enigmi e le situazioni in cui il tatticismo prevale sulla forza bruta. Spesso e volentieri sarete chiamati a dividere il party in due o più gruppi, per assaltare, ad esempio, una fortezza che non potreste far vostra con un attacco frontale, o per risolvere rompicapi che richiedono un approccio di squadra e pensiero laterale.

Graficamente il titolo è poco spettacolare ma molto solido, con pochi guizzi ma senza alcun cedimento. L’idea di fondere l’immaginario vichingo con razze mostruose, magia, templi maledetti e altri stilemi del fantasy più tradizionale è vincente, e se il character design è nel complesso poco accattivante, come già detto il design e l’impatto generale delle ambientazioni stupisce per la varietà e per la bellezza generale delle ambientazioni stesse. L’intera esperienza può durare anche una trentina di ore, non molte in assoluto per un titolo del genere, anche in virtù di una rigiocabilità prossima allo zero, ma oltre alla godibilità generale dell’esperienza va sottolineato anche il basso costo del pacchetto proposto dal team olandese, appena 19 euro.

In definitiva Kyn è un titolo piacevole, più che un’esperienza imperdibile è un divertissement per gli appassionati del genere, che ci sentiamo di consigliare a patto che le aspettative generali restino basse e si sia disposti a chiudere un occhio sul livello generale della produzione, che manca in vari aspetti (bilanciamento della difficoltà, interfaccia, sistema di combattimento, grafica) di quella pulizia generale che ne avrebbe fatto un titolo imperdibile.

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