The Thin Silence, il male invisibile - Recensione
Un videogioco sulla depressione: la recensione di The Thin Silence
Subito però ci si accorge che The Thin Silence non riesce ad avere un modo particolarmente elegante per raccontare la depressione e tutto quanto ne deriva. Il massimo che riesce a fare è chiamarla in causa in maniera estremamente diretta, portando su schermo i suoi sintomi più comuni. “Non voglio alzarmi”, “nessuno può aiutarmi”, “è solo colpa mia”, ripete in più occasioni il protagonista, nelle sue riflessioni suscitate da un incontro, uno scritto, un evento. Meritevole l'intenzione di portare su schermo simili temi, apprezzabile che gli sviluppatori aprano e chiudano il titolo appellandosi ai giocatori, ricordandogli che chiedere aiuto è possibile, che ci sono sempre tante persone che vorrebbero vedere star meglio una persona depressa, ma non c'è un'efficace scrittura o rappresentazione che valorizzi la sostanza extraludica del gioco.
[caption id="attachment_184682" align="aligncenter" width="1920"]
Ecco quindi perché The Thin Silence sia più efficace come esperienza di gioco piuttosto che nella sua capacità di descrivere un complessissimo stato d'animo, anche se ciò non vuol dire in automatico che il suo gameplay sia di particolare qualità. È in sostanza un platform bidimensionale nel quale risolvere vari puzzle ambientali, per la prima metà del gioco in realtà molto basilari, nella seconda stuzzicanti e intriganti. La soluzione delle varie situazioni problematiche che il protagonista incontra passa per l'utilizzo dei vari oggetti che si raccolgono e che vanno combinati: ecco che un uncino e una corda possono servire per creare un rampino, o un segnale stradale può essere utilizzato a mo' di remo. Mai si rimane bloccati, ma la grande varietà di oggetti viene sfruttata in maniera intelligente e a volte creativa e il giocatore riesce quindi ad essere abbastanza soddisfatto della componente ludica.
"The Thin Silence non riesce ad avere un modo particolarmente elegante per raccontare la depressione e tutto quanto ne deriva"Parallelamente alla progressione scorre anche il racconto della storia del gioco, anzi dietro il gioco, in maniera non lineare, perchè dipende dai ricordi del protagonista e dai documenti che trova nei vari luoghi che si ritrova ad attraversare. Parla di rivoluzioni e autoritarismi, descrive, a spizzichi e bocconi, eventi tragici, ed è forse proprio perché non si riesce ad avere un chiaro quadro di quanto successo che non si arriva a percepire in maniera vivida lo stato d'animo del protagonista e quindi la profondità del tema della depressione.[caption id="attachment_184683" align="aligncenter" width="3360"] La storia dietro il gioco viene raccontata da ricordi e documenti[/caption]
The Thin Silence è quindi una produzione che non riese a spiccare in nessuna delle sue componenti. La trattazione dei temi che ne stanno alla base è superficiale, il gameplay è al massimo apprezzabile, la narrazione potenzialmente interessante ma forse troppo frammentata. Intriga nella direzione artistica e l'accompagnamento sonoro, unico, riesce a rendere occasionalmente partecipi del tormento del protagonista, ma non basta: la produzione non si riesce ad elevare ad un livello che la possa rendere significativa.