Venezia 72 - El Clan, la recensione
Vicino ai veri criminali che racconta con l'epica del cinema ma anche distante grazie alla recitazione El Clan è un film di grande impatto e intelligenza
Se Larrain si pone lontanissimo dai suoi mostri, usa i singoli per incolpare il sistema e non ha mezzi termini nel dimostrare che aberrazioni hanno creato quegli anni, El Clan ha uno sguardo a doppia focale. Da una parte con una messa in scena molto coinvolgente, fatta di grandi movimenti di macchina, un ritmo indiavolato e tanta musica, sembra stare vicino a questa associazione di sequestri a gestione familiare, ne mostra i sentimenti e vuole dargli epica, la forza della tradizione e della gerarchia (è il padre a comandare tutto), la simpatia della gestione familiare e il grande racconto attraverso il proprio tempo fatto di trionfi e sconfitte (il vero protagonista è uno dei figli che è anche un campione di rugby). Dall'altra la maniera in cui è dipinto Arquimedes, per l'appunto il patriarca e il vero motore dei sequestri, quello che gestisce, architetta e in prima persona compie tutte le azioni più importanti, incluse le trattative con i parenti delle vittime, non lascia dubbi.
Guillermo Francella (era già il fantastico poliziotto con problemi d'alcol ma dall'indubitabile intelligenza di Il segreto dei suoi occhi) fa un lavoro fantastico sul ritratto demoniaco di quest'uomo che di giorno lavora nella sicurezza governativa e nel tempo libero sequestra e minaccia. Vecchio stampo ed elegante ma anche infame e intollerabile è un insetto diabolico e meschino.La meraviglia di El clan dunque sta tutta nel doppio movimento, mentre il film con il suo stile avvicina il pubblico, Arquimedes lo respinge senza nessun dubbio. Trapero rifiuta un punto di vista unico e insegue la complessità, letteralmente mettendo in scena il meccanismo di attrazione e repulsione verso i criminali e le storie criminali del passato.
Superfluo dirlo ma quella di El Clan è infatti una storia vera, quella di Arquimedes Puccio e soprattutto nel finale, nella chiusura, svela tutto il suo desiderio di essere reale. Tanto ha creato e inventato, tanto "cinema" ci ha messo nel suo svolgimento quanto realismo applica nella chiusa, amara e cronachistica.