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Il genere, inteso come insieme di regole e strutture di riferimento che servono a inquadrare un prodotto a una prima occhiata e a creare aspettative sul suo prosieguo legate alla familiarità con le suddette regole e strutture, è, nella percezione comune, il nemico numero uno dell’universalità di un’opera. Esistono i film di genere ed esistono i film autoriali, che il genere lo trascendono; esistono i romanzi horror, i romanzi di fantascienza, i romanzi fantasy e poi i Grandi Romanzi, che parlano a chiunque perché non aderiscono a un manifesto ma sublimano nell’universale. Questo almeno vuole la vulgata.

Anche all’interno della grande famiglia dei generi ci sono differenze e antipatie, generi di serie A (quelli dei quali ci si fida, nei quali l’autorialità è sempre dietro l’angolo: il biopic, il film di guerra, il dramma sentimentale) e generi di serie B (quelli che “boh, se ti piace il g...