The Walt Disney Company ha annunciato i risultati finanziari del suo secondo trimestre fiscale (che termina il 1 aprile), e nonostante la notizia più rilanciata sia il fatto che i servizi streaming hanno perso 4 milioni di abbonati globali, in realtà i conti sono migliori del previsto.

L’azienda ha ridotto le perdite nella divisione streaming del 26% (circa 400 milioni di dollari), e i ricavi complessivi sono cresciuti del 13% a 21.8 miliardi di dollari, leggermente sopra quanto previsto dagli analisti. La divisione parchi è cresciuta di un altro 17% nei ricavi e del 23% nel reddito operativo.

Sul fronte delle attività direct-to-consumer, Disney+ è sceso a 157.8 milioni di abbonati globali, con una perdita di 4 milioni sul trimestre precedente da attribuirsi principalmente alla divisione indiana Disney+ Hotstar, che ha perso l’8% degli abbonati ancora una volta a causa dei diritti sulle partite di cricket. In nordamerica, Disney+ ha perso circa 300 mila abbonati. Hulu invece ha aggiunto 200,000 abbonati salendo a 48.2 milioni, ESPN+ è cresciuta del 2% a 25.3 milioni di abbonati.

La media dei ricavi per utente negli Stati Uniti (ARPU) è aumentata da 5.95 dollari a 7.14 dollari al mese, merito dell’aumento dei prezzi degli abbonamenti e dell’introduzione di un abbonamento con la pubblicità (che in Europa debutterà entro fine anno).

A proposito di Hulu e Disney+, Bob Iger ha annunciato che entro la fine dell’anno verrà lanciata una nuova app complementare che unirà le esperienze delle due piattaforme (che rimarranno comunque disponibili come app autonome). Inoltre, verrà aumentato il prezzo dell’abbonamento senza pubblicità negli Stati Uniti (attualmente costa 10.99 dollari al mese).

Ricordiamo che Disney si è posta come obiettivo quello di arrivare a generare profitti dalle attività streaming entro la fine del 2024, obiettivo che rimane invariato. Iger, nel frattempo, sta tagliando i costi dell’intera azienda di circa 5.5 miliardi di dollari, con iniziative come la forte ondata di licenziamenti (oltre 7000 unità) che si concluderà a fine giugno.

Per ottimizzare i costi, la compagnia ha annunciato che prossimamente verrà ripensata la strategia streaming, con svalutazioni fino a 1.5/1.8 miliardi di dollari:

Rimuoveremo alcuni contenuti dalle nostre piattaforme streaming, con svalutazioni che ci permetteranno di risparmiare tra gli 1.5 e gli 1.8 miliardi di dollari principalmente nel nostro terzo trimestre.

Non è stato specificato quali saranno i contenuti rimossi, ma verosimilmente si tratterà di film e serie tv che non vengono visti e per i quali la Disney paga residuals e licenze.

Ricordiamo che recentemente sono state cancellate serie come Willow e Il mistero dei templari, nell’ottica di “produrre un volume inferiore di contenuti per lo streaming”:

Quando produci moltissimi contenuti, devi promuoverli. Spendi un mucchio di soldi per promuovere cose che magari poi non verranno viste e avranno un impatto unicamente negativo per via dei costi di marketing.

Bob Iger ha sottolineato in particolare che i veri catalizzatori di abbonati sono i grandi film che escono al cinema e poi arrivano in streaming:

Abbiamo sparpagliato le nostre spese di marketing, arrivando a non allocarne abbastanza per spingere i grandi film che arrivano in streaming. In futuro arriveranno Avatar, La sirenetta, Guardiani della Galassia, Elemental… sono film che rappresentano una grande opportunità, è su quelli che dobbiamo puntare i soldi del marketing, togliendoli da programmi che non muovono nuovi abbonati. […] Con il passare del tempo stiamo imparando moltissimo su come i nostri contenuti si comportano sulla piattaforma, e cosa desiderano i nostri clienti.

Fonte: Deadline

I film e le serie imperdibili