Dieci anni fa (il 25 gennaio in Norvegia, il 6 febbraio negli USA) andava in onda la prima puntata di Lilyhammer, la prima serie tv originale Netflix, che all’epoca aveva solo 24 milioni di abbonati in Nordamerica (ma stava facendo il suo debutto nel Regno Unito). Due anni prima, nel 2010, l’azienda aveva acquisito i diritti di Breaking Bad, e aveva dato una fortissima spinta a quella che era già una serie cult rendendo disponibili le prime tre stagioni in vista dell’arrivo della quarta su AMC. I cataloghi di serie come Grey’s Anatomy, I Griffin, Parks & Recreation e The Office avevano contribuito a rendere allettante la piattaforma, facendo crescere gli abbonati, ma Netflix (nato come servizio di consegna di dvd a domicilio) aveva intuito che molto presto le major avrebbero mangiato la foglia mettendo in cantiere le proprie piattaforme, e così ha pianificato la propria trasformazione da mero distributore a produttore di contenuti, anche grazie a un indebitamento di 16 miliardi di dollari nel corso di dieci anni.

Tutto ha avuto inizio con Lilyhammer, prodotta in collaborazione con NRK1 (che l’ha distribuita in Norvegia), in cui Steven Van Zandt interpreta un mafioso di New York che inizia una nuova vita in Norvegia, a Lillehammer. Van Zandt aveva interpretato il mafioso Silvio Dante ne I Soprano e la serie non nasconde i riferimenti a quel cult, a partire dalla sigla iniziale. Non ha avuto il suo stesso successo (anche se è proseguita per tre stagioni), ma come prima serie originale ha il merito di aver dato il via a un cambiamento epocale. In questi dieci anni Netflix ha letteralmente conquistato il mondo, salendo a 214 milioni di abbonati globali in più di 190 paesi e creando il concetto di binge watching.

L’anno successivo l’uscita di Lilyhammer è toccato a House of Cards, serie nella quale erano coinvolti nomi di altissimo livello (David Fincher, Kevin Spacey, Robin Wright), rinnovata per una seconda stagione ancora prima del debutto. Da allora, Netflix ha lanciato più di 1500 serie tv, e alcune hanno avuto un altissimo rilievo globale: da Daredevil a Stranger Things, passando per The Witcher e Bridgerton, fino ad arrivare al recentissimo successo di Squid Game. Proprio il fronte internazionale è quello su cui lo streamer ha iniziato a investire moltissimo negli ultimi anni (anche per via di leggi che prevedono quote di produzioni locali), ed è quello in cui ha trovato successi come La Casa di Carta e Lupin. Dopo Stati Uniti, Canada e Regno Unito (dove vengono prodotte serie come Sex Education e The Crown), altri hub produttivi molto attivi si trovano in Spagna, Francia, Germania, Brasile e Corea del Sud.

Nel lanciare Lilyhammer, dieci anni fa, Netflix è riuscita ad anticipare cambiamenti che erano già in atto, dando il via a un processo di trasformazione della distribuzione dei contenuti che ha avuto un impatto sulla televisione, sull’home video e sul cinema. Qualche settimana fa ha registrato forti perdite in borsa (quasi 50 miliardi di dollari in capitalizzazione) dopo aver annunciato risultati inferiori alle aspettative. La concorrenza di piattaforme come Disney+, Prime Video, HBO Max, Paramount+, Peacock inizia realmente a farsi sentire e dopo anni di preparativi la guerra dello streaming è entrata nel vivo.

 

 

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