Il progetto ideato da David Fincher lo mostrava nel ruolo del protagonista Holden Ford e l’attore sembra aver accettato la situazione con filosofia.
Groff ha dichiarato:
Per me Mindhunter è Fincher. L’intera esperienza per me è stata all’insegna dell’onore e del privilegio del poter lavorare con lui.
Jonathan ha quindi aggiunto:
Non sono una persona che ama realmente lo sport, ma la situazione è come la stagione 1997-1998 dei Chicago Bulls. Vai avanti con un’altra stagione con il team? O semplicemente fai quello che ti dice il general manager? Ma se il general manager crede che ci si dovrebber fermare, devi seguire la sua scelta. Ed è quello che provo nei confronti di David.
La star ha comunque dato speranza ai fan sottolineando:
Nel momento in cui dirà che vuole realizzare un’altra stagione sarò immediatamente disponibile. Ma mi fido della sua visione e del suo istinto, quindi lascio, come sempre, che sia lui a decidere.
Groff ha inoltre confermato che tutte le persone che facevano parte del cast coglierebbero al volo l’opportunità di tornare sul set. L’attore ha inoltre raccontato che aveva un’incredibile disciplina durante le riprese e ha considerato un privilegio poter raccontare le storie degli agenti dell’FBI che hanno dovuto affrontare realmente quelle indagini e subire le conseguenze emotive di quanto hanno vissuto.
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La serie raccontava la storia degli agenti dell’FBI e degli psicologi che hanno lavorato nel dipartimento di scienze comportamentali nel tentativo di capire meglio i motivi dei serial killer per prevederne le azioni e individuarli prima che uccidano di nuovo. Le due stagioni sono disponibili su Netflix.
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Fonte: The Hollywood Reporter
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