La reazione dei mercati all’annuncio del calo di abbonati nel primo trimestre del 2022 da parte di Netflix è decisamente brusca: il titolo è crollato in borsa stamattina, arrivando a perdere il 39% a Wall Street (il peggior calo da ottobre 2004). Se nel corso della giornata non dovesse recuperare terreno, la compagnia potrebbe perdere oltre 60 miliardi di dollari in capitalizzazione. Il valore delle azioni è sceso a 212 dollari: da inizio anno ha perso oltre il 64%, diventando il titolo con la peggiore performance negli indici S&P 500 e Nasdaq. Attualmente la capitalizzazione è scesa sotto i 100 miliardi di dollari.

La giornata non si sta configurando come positiva nemmeno per le altre media company: Paramount sta perdendo circa l’11%, la neonata Warner Bros. Discovery circa il 6%, Disney il 4%.

Netflix ha sconvolto Wall Street ieri sera quando ha annunciato di aver perso 200 mila abbonati globali nel primo trimestre del 2022, e di prevedere un ulteriore calo di ben due milioni di abbonati nel secondo trimestre. È la prima volta che gli abbonati complessivi calano dal 2011.

Il management dell’azienda si è mostrato stranamente sorpreso da questi dati (che in effetti erano inattesi, vista l’uscita di titoli di successo come Bridgerton e The Adam Project), e ha da un lato offerto spiegazioni circa il motivo del calo, citando l’inflazione, l’uscita dal mercato russo (700 mila abbonati), la concorrenza di altre piattaforme; ma ha anche annunciato di avere alcune idee su provvedimenti futuri (abbonamenti meno costosi che includono la pubblicità, misure per evitare la condivisione degli account tra membri che non appartengono alla stessa famiglia).

Per gli investitori è stata comunque una doccia fredda, dopo anni di crescita costante e di dominio incontrastato dello streaming Netflix non solo sembra aver toccato l’apice ma potrebbe anche aver segnato un limite per i suoi concorrenti. Gli analisti infatti ritengono che in Nordamerica non sarà possibile superare la soglia dei 75 milioni di abbonati.

Il titolo Netflix negli ultimi anni è andato benissimo a Wall Street, e la pandemia lo ha rafforzato enormemente soprattutto nel 2020, quando vi è stata un’impennata di abbonamenti. La capitalizzazione ha permesso all’azienda di liberarsi di una serie di debiti e spendere miliardi di dollari per la produzione di contenuti. Senza dubbio, al di là dei cambi di strategia annunciati ieri, in questa nuova fase il colosso di Los Gatos dovrà spendere in maniera più mirata i propri soldi.

Fonte: Bloomberg

I film e le serie imperdibili