Una delle risposte di Netflix alla “grande correzione” che ha visto, all’inizio del 2022, bruciare miliardi di dollari in capitalizzazione per via del crollo in borsa causato dal rallentamento negli abbonamenti, è stata introdurre un piano con pubblicità. Una mossa inaspettata per molti, anche all’interno dell’azienda, un repentino cambio di strategia dopo che per anni Reed Hastings ha rifiutato l’idea di introdurre la pubblicità sulla piattaforma. Per fare ciò, è stato stretto un accordo con Microsoft, partner tecnologico con cui il contratto prevede anche dei minimi garantiti.

Partecipando alla conferenza Screentime organizzata da Bloomberg, Ted Sarandos ha confermato che un anno e mezzo gli abbonamenti con pubblicità hanno superato i 10 milioni utenti attivi in tutto il mondo (erano la metà a maggio), ma ha anche ammesso che l’offerta è ancora molto lontano dai numeri desiderati. Non è forse un caso che il capo della divisione pubblicitaria abbia appena lasciato l’incarico.

Ha spiegato Sarandos:

Abbiamo iniziato solo da un anno. Jeremi Gorman ha fatto un grandissimo lavoro portandoci dove siamo ora. Quello che dobbiamo fare (e non solo noi: tutte le altre piattaforme hanno aggiunto un piano con la pubblicità) è far crescere questi piani, in proporzione con i fan e gli spettatori. Siamo entusiasti di aver coinvolto Amy Reinard: lavora con Netflix da tanti anni e capisce tutte le complessità del far crescere una nuova attività nell’azienda. Quindi la spiegazione di questo cambio di leadership è che abbiamo deciso di premere l’acceleratore, non che ci sia stato un fallimento.

Sarandos ha anche commentato il cambio di strategia:

Quando abbiamo iniziato la nostra attività eravamo storicamente contro la pubblicità. Quindi dovevamo dire che non l’avremmo mai fatto. Tornando a quando noleggiavamo DVD, la nostra politica era che non facevamo pagare le consegne in ritardo. I clienti detestavano dover pagare delle multe per il ritardo nella consegna. Quindi la cosa che ci distingueva era che non facevamo pagare questa cosa. Poi, quando siamo passati allo streaming, abbiamo iniziato a dire che lo streaming era la nuova televisione… e cos’è che il pubblico detestava della tv? Aspettare, e la pubblicità. Quindi abbiamo stabilito che il nostro motto sarebbe stato: tutto subito, e niente pubblicità.

Continuavamo a vantarci di dare a tutti la possibilità di scegliere, ma su Netflix non c’era una scelta per il pubblico che voleva spendere meno e non aveva problemi con la pubblicità. Quindi ora abbiamo cambiato posizione: vogliamo accontentare gli inserzionisti e vogliamo dare al pubblico un prodotto innovativo, che non interrompe l’esperienza di visione peggiorandola. Tutto questo deve funzionare, deve migliorare, e ora siamo solo all’inizio.

Fonte: TheWrap

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