Ci sono nuovamente Ludovica Rampoldi e Davide Serino (tra gli sceneggiatori di Esterno Notte) a scrivere quella che si preannuncia come un’altra riuscita e originale serie italiana del 2022 dove a emergere, seppur in due confezioni diversissime, è ancora un ritratto impietoso del nostro Paese. Ci sono anche, dietro la macchina da presa, Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, due registi che con la commedia hanno già dimostrato di saperci fare e lavorare con tocco personale (vedi Metti la nonna in freezer e Bentornato Presidente). Aggiungiamo anche che, come protagonista, troviamo un ispirato Luigi Lo Cascio, in un ruolo di ironico contraltare a quelli che lo hanno reso celebre (a partire dal suo esordio, I cento passi). Tutto questo ci porta allora a dire che The Bad Guy, per quanto visto finora, sembra funzionare, eccome. Lo show debutterà su Prime Video il prossimo 8 dicembre, e al Torino Film Festival sono stati proiettati in anteprima i primi due episodi. Ecco le nostre anticipazioni.

The Bad Guy: la trama

Protagonista delle vicende è Nicola Scotellaro (Lo Cascio) pubblico ministero palermitano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia. Affetto da rinite, che gli provoca fastidiosi disturbi al naso, è un personaggio molto sgradevole ed egocentrico, animato però da buone intenzioni. Questo lo porta a scontrarsi spesso con l’ambiente in cui lavora, che sembra frenarlo costantemente. È sposato con Luvi (Claudia Pandolfi), avvocato figlia di un magistrato ucciso in un attentato, e ha una sorella che ha fatto entrare nella sua squadra.

Quando lo incontriamo, Nicola ha un unico obiettivo: trovare il boss Mariano Suro, che ogni volta sembra però sfuggirgli. Dopo l’ennesimo blitz andato male, a causa di una soffiata all’ultimo minuto, decide di dichiarare pubblicamente in conferenza stampa che qualcuno sta proteggendo e passando le informazioni al pericoloso latitante. Poco dopo, mentre assiste alla premiere de Il magistrato buono, fiction dedicata al padre della moglie, viene improvvisamente arrestato, accusato di essere lui la talpa di Suro. In tribunale, si fa difendere dalla consorte, che non riesce a però a evitargli la condanna a 15 anni di carcere.

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Passati cinque anni, viene trasferito insieme ad altri detenuti in una nuova struttura ma, durante il tragitto, passano sul ponte sullo Stretto, che improvvisamente crolla. Mentre tutti gli altri affogano, Scotellaro riesce a raggiungere la superficie e la terraferma. Viene ritenuto morto e si celebra il suo funerale, ma in verità l’uomo riesce a raggiungere il mafioso Salvatore Tracina, ormai ritiratosi in campagna, che lo accoglie nella propria abitazione. Mentre è convalescente, comincia ad architettare il suo piano di vendetta: uccidere con le sue stesse mani Suro e morire insieme a lui, saltando in aria con una bomba a mano costruita artigianalmente.

L’occasione è il battesimo del nipote del boss, che si celebra in un fatiscente acquapark. Studiando l’albero generalogico della famiglia di Sura, trova un vecchio cugino suo coetaneo da tempo emigrato in Perù. Contando sul fatto che nessuno lo ha più visto da allora, si sottopone a un intervento di chirurgia estetica per cambiare il proprio volto e fingere di essere il parente. Così, si reca alla cerimonia, trovando una covo di persone una più eccentrica dell’altra. Quando vede comparire Sura, si lancia per completare la propria missione, ma qualcosa va storto, e la puntata si chiude imbastendo nuovi orizzonti per la storia.

Una black comedy grottesca e amara

Come anticipato, The Bad Guy riesce a essere una prodotto ben girato e ben inquadrato. Il metro utilizzato è quello di un grottesco dai toni accesi, tramesso anche da una colonna sonora indiavolata. La serie si pone come un versione black comedy dei film polizieschi e di quelli sulla mafia, con passaggi ironici e personaggi sopra le righe, ma non si limita alla semplice satira. Ambientandosi in un’Italia alternativa, inventa magistrati mai esistiti, nomi di città e di emittenti televisive, ma il gioco è mostrare come nulla in verità sembra cambiare dalla realtà. Aspettatevi dunque risate, ma sempre amare, e una visione non certo disincantata di una storia, quella della lotta alla mafia, che prosegue ormai da trent’anni.

Molti aspetti rimandano, ironicamente o beffardamente, a fatti realmente accaduti (il crollo del Ponte sullo Stretto a quello del Ponte Morandi, ad esempio), un modo per far emergere di riflesso e in maniera ancora più amplificata tutti i difetti e le storture del nostro Paese, attraverso scenari immaginari ma altamente probabili. La lotta alla mafia sembra essere portata avanti con convinzione solo all’apparenza dallo Stato, quando nella sostanza si cerca di mettere in tutti i modi i bastoni tra le ruote al protagonista. Così, la sua trasformazione in bad guy, il ricorso alla giustizia privata dai metodi estremi, sembra essere per lui l’unico modo per realizzare quello che coi metodi tradizionali non può fare.

In attesa di vedere i restati episodi della prima stagione, possiamo dire che per ora The Bad Guy è ampiamente promossa.

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