La guerra dello streaming sta per entrare in una nuova fase. Qualche giorno fa il James Dolan, il CEO di AMC Networks, ha confessato con una certa lucidità (che tuttavia ha gettato nel panico gli azionisti) che “i meccanismi di monetizzazione dei contenuti sono allo sbaraglio”. AMC Networks è in crisi nera perché nonostante produca molti contenuti, è un business basato principalmente sulla tv via cavo che è sempre più in declino. La risposta attuale dell’azienda è licenziare il 20% del personale.

Un altro CEO in questi giorni ha fatto discutere per lo stesso argomento, ed è David Zaslav: il capo di Warner Bros. Discovery si è ritrovato per le mani, dopo la fusione ad aprile di quest’anno, un’azienda con una montagna di debiti. Il peggioramento dell’economia e, in particolare, del mercato pubblicitario ha costretto l’azienda a cambiare le proprie previsioni sui ricavi e il risultato sono stati tagli e licenziamenti.

Nella sua tirata più recente, Zaslav se la sarebbe presa con Netflix, cui la divisione Warner Bros. Television vende alcuni show come The Sandman, recentemente rinnovato per una seconda stagione, ma anche Sweet Tooth e Manifest, oltre a cedere su licenza serie popolarissime sulla piattaforma come Riverdale, All American, The Flash e Supernatural (e Friends, fuori dagli USA).

Zaslav lamenta che gli attuali contratti firmati con Netflix prevedono termini di pagamento di un anno e mezzo se non due anni. Secondo quanto riporta Deadline, il CEO recentemente ha espresso esplicitamente il suo fastidio dando indicazioni a Warner Bros. TV di interrompere la vendita di serie finite a Netflix. Le licenze sulle serie non sono l’unico introito che Warner riceve da Netflix: recentemente, infatti, ha siglato un accordo per cui la major viene pagata per i diritti della vendita di spazi pubblicitari sui contenuti concessi su licenza (da quando Netflix ha lanciato il piano Base con pubblicità).

Termini di pagamento così lunghi non sono una novità a Hollywood, e Deadline si affretta a precisare che nemmeno Warner ne è immune quando si tratta di pagare i suoi produttori, che spesso si devono indebitare per finanziare i propri progetti prima di ricevere i pagamenti della major.

In questo caso, Zaslav sta sicuramente cercando di smuovere le acque per ridiscutere i termini di pagamento e far entrare il prima possibile ulteriori soldi nelle casse della major, un tassello in più per rassicurare gli azionisti. Vedremo se Netflix accetterà di riparlarne.

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