William Shatner ha compiuto un anno fa un breve viaggio nello spazio a bordo dello space shuttle Blue Origin di Jeff Bezos, diventando la persona più anziana a compiere l’impresa, ma il protagonista di Star Trek ha rivelato che l’esperienza lo ha profondamente rattristato.

Tra le pagine del suo nuovo libro Boldy Go: Reflections on a Life of Awe and Wonder, l’attore ha raccontato della preparazione necessaria prima di salire a bordo dello shuttle che gli ha causato qualche ansia e preoccupazione, venendo ad esempio a conoscenza delle procedure da compiere nel caso in cui il razzo esplodesse.
Il giorno del lancio, inoltre, la sua tensione è aumentata a causa di un’anomalia al motore che, per fortuna, si è rivelata immediatamente risolvibile, pur facendo ritardare di qualche minuto il lancio che ha messo fisicamente alla prova il protagonista di Star Trek a causa delle forze gravitazionali che gli hanno fatto temere di svenire e, addirittura, portato a chiedersi se la sua faccia si sarebbe sciolta.

Shatner ha poi svelato:

E poi, improvvisamente, il sollievo. Nessuna gravità. Zero. Eravamo senza peso. Stavamo galleggiando. Ci siamo liberati dalle cinture di sicurezza e abbiamo iniziato a fluttuare. Gli altri hanno iniziato subito a fare salti mortali e apprezzare gli effetti della mancanza di peso. Io non ero interessato a tutto quello. Volevo, avevo bisogno, di andare il più velocemente possibile alla finestra per vedere cosa c’era lì fuori.

La visione dai finestrini, tuttavia, hanno avuto un effetto inaspettato sul protagonista di Star Trek:

Ho continuato il mio tour e ho rivolto la testa dall’altra parte rispetto a dove c’era la Terra, per osservare lo spazio. Amo il mistero dell’univero. Amo tutte le domande che sono emerse da migliaia di anni di esplorazioni e ipotesi. Stelle che sono esplose anni fa, la loro luce che viaggia anni dopo, buchi neri che assorbono energia, satelliti che ci mostrano intere galassia in aree che si pensavano prive di materia… Tutto quello mi ha elettrizzato per anni… Ma quando ho guardato nella direzione opposta, nello spazio, non c’era alcun mistero, nessuno stupore maestoso… Tutto quello che ho visto era morte. Ho visto un vuoto freddo, oscuro, nero. Non aveva paragone con l’oscurità che si può vedere o provare sulla Terra.

William è tornato a guardare la Terra e i suoi colori, apprezzandone le nuvole, i deserti e i segni di vita:

Tutto ciò che avevo pensato era sbagliato. Tutto quello che mi aspettavo di vedere era sbagliato. Avevo pensato che andare nello spazio sarebbe stata la catarsi estrema del mio legame che stavo cercando con tutte le creature viventi, che andare lì sarebbe stato il prossimo passo meraviglioso per capire l’armonia dell’universo.

Shatner ha avuto un’esperienza diversa rispetto a quella mostrata nel film Contact con Jodie Foster:

Ho scoperto che lì non c’è bellezza, ma è qui, con tutti noi. Lasciarmela alle spalle ha reso ancora più profondo il mio legame con il nostro piccolo pianeta. Si è trattato di uno dei sentimenti di sofferenza più forti che abbia mai affrontato. Il contrasto tra la freddezza viziosa dello spazio e il calore accogliente della Terra mi ha riempito di incredibile tristezza. Ogni giorno ci confrontiamo con la conoscenza che la distruzione della Terra è nelle nostre mani: l’estinzione delle specie animali, della flora e della fauna… Cose che hanno impiegato cinque miliardi di anni per evolversi e improvvisamente non le vedremo più a causa dell’interferenza dell’umanità. Mi ha riempito di angoscia. Il mio viaggio nello spazio doveva essere una celebrazione, invece sembrava un funerale.

Shatner ha quindi sottolineato che si tratta di un’esperienza che ha in comune con altri astronauti come Yuri Gagarin e Sally Ride. La star ha sottolineato che questo sentimento porta a cambiare il modo in cui consideriamo il pianeta, il concetto di nazione, etnia, religione, oltre a spingersi a notare di più ciò che abbiamo in comune risoetto alle differenze. L’attore ha apprezzato ancora di più il legame tra gli esseri umani che gli dà speranza:

Abbiamo un dono che forse altre specie non hanno: siamo consapevoli, non solo di quanto siamo insignificanti, ma anche della grandezza intorno a noi che ci rende tali. Quello ci permette di avere forse una possibilità di dedicarci nuovamente al nostro pianeta, di aiutarci a vicenda, di vivere e amare ciò che circonda. Se coglieremo quell’opportunità.

Che ne pensate delle dichiarazioni di William Shatner sul suo viaggio nello spazio? Lasciate un commento!

Fonte: Variety