La serie Summertime è tornata sugli schermi di Netflix con gli episodi della seconda stagione e, in attesa della terza, i registi e sceneggiatori del progetto hanno condiviso qualche dettaglio dell’attento lavoro compiuto durante la creazione del nuovo capitolo della storia di Summer, Ale e dei suoi amici, dalla fase di ideazione della storia all’impegno della troupe sul set.

Enrico Audenino e Francesco Lagi (coinvolto inoltre come regista delle prime quattro puntate), che hanno firmato il soggetto della serie, e la regista Marta Savina (che ha firmato gli episodi dal quinto all’ottavo), hanno infatti risposto ad alcune domande della stampa durante una roundtable, ecco le loro dichiarazioni.

Summertime è ispirata al romanzo di Federico Moccia, come avete lavorato per trovare il vostro approccio originale? Enrico Audenino: Rispetto a Tre metri sopra il cielo la serie è così liberamente ispirata, passo dopo passo ci siamo progressivamente allontanati. Il processo di lavorazione è stato così lungo che quando Cattleya, che aveva già prodotto il film, ci ha affidato il progetto, è venuto spontaneo tenere solo gli elementi fondamentali: la storia d’amore tra due ragazzi con lui che corre in moto, cancellando poi tutto il resto. La storia è quindi totalmente diversa, forse si è mantenuta l’atmosfera teen, cercando di rinnovare una storia per ragazzi comunque ispirandoci a questo genere.

Il primo episodio della seconda stagione ha una struttura molto particolare, come avete lavorato per riportare gli spettatori nel mondo raccontato nella serie? Enrico Audenino: Abbiamo cercato il più possibile di giocare con l’elemento dell’estate, ideata come contenitore della storia, per tono, intrecci, tipo di racconto che porta sugli schermi. In estate succedono delle cose che sono al tempo stesso fondamentali e inutili. L’estate possiamo anche lasciarcela alle spalle, ma l’estate successiva si ripete quella situazione. L’elemento essenziale è stato quello dell’ellissi: cosa accade tra un’estate e l’altra, cercando di giocare con il rilascio di informazioni. Volevamo che gli spettatori venissero a contatto con le novità sentimentali accadute ai nostri protagonisti in modo naturale e un po’ giocoso. Volevamo che gli elementi sentimentali fossero la fonte della sorpresa per lo spettatore che si chiede cosa è accaduto a Summer e Ale durante l’anno. Su questo è costruita la prima parte della puntata e la storia tra i due protagonisti.

Cosa sperate di mostrare nel futuro di Summertime? Francesco Lagi: Ci piacerebbe vederli crescere, come si evolvono, come imparano ad amare, soffrire, sopravvivere alle ferite delle loro estati. Ci piacerebbe osservarli nel modo più naturale possibile e vedere che tipo di vita hanno, come saranno da grandi, seguendoli estate dopo estate. Sarà interessante capire come impareranno a vivere e cosa diventeranno da adulti.

Quali sono state le difficoltà più grandi da superare durante la realizzazione della seconda stagione? Marta Savina: Dal punto di vista produttivo ci sono stati vari ostacoli, come il fatto che avevamo delle spiagge quasi deserte a causa del COVID. Abbiamo dovuto orchestrare le inquadrature, anche quelle con i droni, non potevamo permetterci di avere delle distese deserte. La realtà per le strade era all’insegna delle persone che indossavano le mascherine, mentre noi avevamo scelto di raccontare un mondo preservato dalla pandemia. Un’altra sfida molto importante è stata quella di affrontare le corse di moto perché le abbiamo raccontate molto più da vicino, dall’interno, e c’erano diversi episodi in cui si raccontavano le gare di campionato. Questo ha rappresentato una sfida che ha impegnato tutti molto, logisticamente e dal punto di vista della produzione. Abbiamo collaborato con il CIV – Campionato Italiano di Velocità, abbiamo girato negli autodromi a Imola, Modena…

Uno degli elementi di maggior successo della prima stagione è la colonna sonora, come avete lavorato sulla musica sviluppando i nuovi episodi? Avete deciso le canzoni da usare già scrivendo gli script o in un secondo momento? Francesco Lagi: Il legame della nostra protagonista con la musica è molto forte grazie alla scrittura. Abbiamo deciso di raccontare questo elemento fin dall’ideazione del personaggio. La serie è musicalmente molto connotata. In questa seconda stagione la musica di Tony ha avuto un ruolo importante, abbiamo sviluppato molto questo elemento oltre alla colonna sonora composta da brani di musica leggere, classica italiana e contemporanea che creano una contaminazione e un tentativo di racconto musicale della contemporaneità e del mondo in cui si muovono questi personaggi.

Marta Savina: Alcuni brani erano proprio scritti nella sceneggiatura e abbiamo cercato di rispettarli perché appartenevano particolarmente al mondo di Summer e ci raccontavano il suo pensiero, il suo sentimento. Altri sono state scelte che abbiamo provato sul set, mettendo la musica girando alcune scene e se ci sembrava che funzionassero particolarmente li abbiamo mantenuti nel montaggio. Altri ancora sono state scelte a posteriori. Nella puntata otto, inoltre, c’è una musica che Ludovico Tersigni aveva scelto di mettere durante la scena dell’allenamento e nel montaggio abbiamo provato a mantenere questo suo suggerimento perché funzionava per la sequenza.

La serie dà spazio anche alla storia degli adulti, perché avete scelto di dare anche questa nuova prospettiva sull’amore? Enrico Audenino: Summer e Ale sono i personaggi che portano avanti l’elemento legato al rapporto con la famiglia, anche se in modo diverso in base alle ripercussioni che hanno sulla loro vita. Per noi è stato spontaneo perché non si poteva raccontare la storia di questi ragazzi senza dare spazio alla famiglia che ha un ruolo fondamentale, non sarebbe stato realistico se non fosse stata mostrata. Abbiamo comunque provato a dare il giusto peso e intrecciare dei parallelismi tra Isabella e Summer o usare il concetto di responsabilità per parlare del padre di Ale e del suo rapporto con il figlio. In questa stagione, forse più della prima, abbiamo provato a lavorare sui genitori, sulla loro storia sentimentale, che per noi è davvero importante.

A causa della pandemia siete stati costretti a scegliere i nuovi membri del cast “a distanza”, come è stata questa esperienza? Marta Savina: Il casting virtuale è stato sorprendente perché eravamo partiti terrorizzati all’idea di farlo online, ci sembrava completamente folle scegliere un attore senza mai vederlo di persona. Eravamo comunque costretti a farlo perché la pandemia impediva di andare in Spagna o far venire l’attore. Abbiamo quindi fatto molto provini su Zoom, abbiamo cercato di parlare al telefono con Amparo, abbiamo fatto una lettura con Ludovico con noi tutti in una stanza e lei collegata online… Abbiamo trovato dei modi creativi un po’ alternativi per sopperire a una mancanza che ci faceva molta paura. Quando poi Amparo è sbarcata a Marina di Ravenna eravamo tutti molto curiosi di vederla di persona. Siamo stati tutti molto contenti di lei, è stato bello lavorare insieme. Sicuramente non vorremmo che diventasse la norma per scegliere gli attori, ma sappiamo che ora può funzionare!

Summertime

 

Vi siete ispirati a qualche film o serie televisiva durante lo sviluppo della serie? Francesco Lagi: Non saprei citare un riferimento specifico dal punto di vista cinematografico. Mentre scriviamo o giriamo non pensiamo a qualcosa in particolare, ovviamente i racconti di formazione e di crescita sono molti e ognuno di noi ha i propri preferiti.

Enrico Audenino: Nonostante sia strano, ma di istinto non riesco a citare dei riferimenti specifici, se non le mie estati. Ho trascorso dai 14 ai 20 anni andando in vacanza in estate sempre nello stesso posto. Istintivamente vado ad attingere sempre a quei ricordi lì che sono tuttora un serbatoio di educazione sentimentale incredibile. A differenza di altri teen drama sento che in Summertime c’è proprio l’elemento fondamentale dell’estate e non ricordo l’estate al centro di altre serie che seguono invece la quotidianità dei ragazzi. Nella prima stagione ci veniva naturale fare riferimento ai libri che leggevamo in quegli anni, anche se non ne citiamo le trame, come Herman Hesse o le opere di Calvino che ti danno da leggere a scuola… C’è un po’ di noia, attesa, apparente inutilità che noi cerchiamo di citare.

Marta Savina: Sono entrata nel team nella seconda stagione e mi sono adattata a una serie che ha già un forte stile e una connotazione visiva, ed è stato molto interessante farlo. Mi sono andata a vedere per prepararmi quasi tutte le serie teen disponibili e per me quelle che ho tenuto a mente, anche se ogni prodotto è originale, come suggestioni sono state Non ho mai… perché è una teen comedy molto lineare e al tempo stesso davvero fresca, e Sex Education che è leggermente più edgy senza però arrivare a essere Euphoria che è fuori dal nostro mondo, anche se ha un ragionamento visivo alla base.

Le scene ambientate di notte hanno un’atmosfera molto particolare, come avete gestito questo elemento? Marta Savina: Volevamo portare nelle notti un elemento di colore, di vita perché rispecchiano la vitalità delle notti in Romagna, soprattutto quando sei un ragazzino, un adolescente, e vai alle feste, ti diverti, e al tempo stesso rispecchia il look di Summertime. Nella sceneggiatura c’erano più notti ed è stata una sfida non renderle buie, ma invece colorate in modo più o meno realistico e sempre dentro il tono dello show.

Enrico Audenino: Mentre questa storia continua la notte aumenta perché più cresci è quello il momento in cui vivi più avventure, hai più libertà. Seguiamo la crescita di questi teenager, quindi abbiamo aumentato il peso della notte perché ci sembrava importante per raccontare il tema della maturità. Summer ha a che fare con un amore più maturo e complesso, si fa molte più domande. C’è sicuramente un riferimento più superficiale che a che fare con la caratteristica antropologica e geografica italiana perché appena inquadri una spiaggia ti vengono in mente determinate immagini, pensi a livello estetico al passato. Abbiamo però mantenuto un legame importante con la musica, abbiamo mantenuto un legame con la tradizione estiva e in questo caso dal punto di vista musicale, ma rinnovando questo elemento.

La serie non esita anche a mostrare tradimenti e decisioni forse discutibili, quale è stata la difficoltà più grande che avete affrontato scrivendo gli episodi? Enrico Audenino: Quando tocchi un tema come il tradimento, anche se ormai sembra faccia parte integrante della vita di tutti, teniamo a mente che possiamo avere un pubblico giovane che potrebbe confrontarsi per la prima volta con questi argomenti. La difficoltà è quella di trovare un modo per parlare di amore, tradimenti, pulsioni e desideri senza cinismo. Il rischio è che la mia posizione rispetto a questi temi sia di estremo cinismo perché ho delle mie esperienze e idee, dover quindi liberarmi in modo costante di queste infrastrutture è una grande difficoltà. Trattare questo elemento con leggerezza, mostrando che dal punto di vista di un ragazzo è qualcosa di fondamentale, mentre gli adulti possono pensare che sia risolvibile, è stato importante.

Parlando proprio di leggerezza, nella seconda stagione di Summertime c’è spazio per la storia della sorellina della protagonista e per il suo amore, avete mai avuto dei dubbi nell’inserire quella parte della trama nelle puntate? Francesco Lagi: Proseguire la storia di Blue ci è sembrato molto naturale e davvero interessante perché permette di toccare in modo naturale il primo amore estivo declinato in modo totalmente diverso dagli altri amori raccontati nella serie, in modo più sfiorato, leggero, stralunato. I colori di quel personaggio ci sembrano fondamentali e preziosi per la nostra storia. Ed è stato davvero divertente iniziare a esplorare i sentimenti di questa ragazza che ha qualche anno meno dei protagonisti e vive l’amore in modo diverso. Tutti i personaggi hanno comunque a che fare con l’amore, da situazioni e prospettive diverse.

Enrico Audenino: Ci ha anche guidati un po’ l’idea che man mano che gli altri vanno avanti, verso un amore più complicato e complesso, arrivano nuove leve ed è come se ci fosse idealmente un passaggio di testimone. Summer entra progressivamente in una situazione più difficile, mentre Blue fa il suo ingresso in quella che la sorella sta per lasciare e ha vissuto in precedenza, anche lei entra nella grande conversazione che riguarda l’amore.

Potete già anticipare qualche dettaglio dei prossimi episodi? Enrico Audenino: Stiamo scrivendo la terza stagione e continuiamo a sviluppare la storia mantenendo l’estate come elemento centrale, ma è troppo presto per avere le idee chiare sulla trama.

 

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