La recensione di L’arte della gioia, la serie diretta da Valeria Golino che è stata presentata a Cannes, andrà al cinema in due battute e poi sarà su Sky

Pensiamo di conoscere già la storia di L’arte della gioia nel momento in cui capiamo dove siamo, quando siamo e con chi siamo. Cioè con una ragazzina orfana, in un paesino della Sicilia rurale nata il primo gennaio del 1900, il simbolo del nuovo secolo. Modesta poi finirà in un convento di suore, ne uscirà trovando lavoro nella magione di una ricca famiglia, tenterà una scalata sociale tra amori con la servitù e fattori e poi i favori della nobildonna padrona di tutto. È l’impianto del feuilleton classico rosa, preso da L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, ma già dalle prime puntate è evidente che non tutto andrà come possiamo immaginare. 

Modesta, la protagonista, non è un’eroina nel senso classico o moderno, ma postmoderno, quindi un’antieroina della serialità televisiva, quel tipo di personaggio che solitamente è ma...