Il 23 maggio del 2010 andava in onda il finale di Lost scrivendo, o meglio chiudendo, una pagina della storia della televisione. Controverso fino al midollo, costosissimo (per produrlo ci vollero 15 milioni di dollari, una cifra stratosferica per l’epoca), e lungo due ore e mezza, l’epilogo della serie fu l’evento audiovisivo dell’anno.

Le ultime battute di Lost sono il momento cardine della nuova serialità moderna, nel bene e nel male. Sono un punto di non ritorno, un’ombra che accompagna inevitabilmente le aspettative e i timori degli sceneggiatori. Un evento mondiale, che le varie emittenti hanno cercato di riprodurre per la prima volta il più possibile in contemporanea, e che portava con sé un’attesa mai vista sul piccolo schermo.

Rivoluzionario fu anche il modo in cui venne concepito. In un’epoca in cui le serie televisive si fermavano solo quando gli ascolti non permettevano più di generare profitti, Damon Lindelof e il co-showrunner Carlton Cuse spinsero ...