Echo 3 si sarebbe dovuta fermare al penultimo episodio per tentare di salvare una situazione già critica ed evitare il disastro di un finale raffazzonato e decisamente discutibile.

Arrivato in un momento in cui il trend delle serie TV militari sta ormai passando di moda – in TV negli Stati Uniti è rimasto quasi solo Seal Team a guidare il gruppo – bisogna dare atto a questo show di aver provato, almeno nei suoi episodi inziali, a narrare un punto di vista diverso dal solito del mondo dei militari o piuttosto di coloro che in America sono senz’altro visti come degli eroi moderni, raccontando una storia che impegna i protagonisti in una missione di salvataggio che li riguarda molto da vicino.

Giunti tuttavia al finale di stagione intitolato Heat, quel che rimane di Echo 3 è il forte dubbio che l’intento sia stato raggiunto.

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Amber (Jessie Collins) e Prince (Michiel Huisman)

TUTTO PER AMBER, MA NE SARÀ VALSA LA PENA?

Dopo diversi tentativi andati falliti di salvare Amber (Jessica Ann Collins), cioè la moglie e la sorella, Prince (Michiel Huisman) e Bambi (Luke Evans) – supportati infine dal ricco padre del primo, interpretato da Bradley Whitford, un fabbricante di armi che nel corso della serie non si dimostra mai particolarmente interessato a salvare la vita della nuora e cerca più volte di scoraggiare il figlio a tentare qualsiasi intervento – organizzano un’operazione militare per attaccare il campo in cui la donna è tenuta prigioniera, assoldando dei mercenari, facendogli indossare delle divise dell’esercito colombiano e dicendogli che nessuno si fermerà a salvarli se dovessero rimanere feriti, perché l’unico obiettivo della missione è salvare Amber.

Per ricapitolare quanto accade nello show sin dal suo debutto e soprattutto ora che siamo arrivati alla conclusione, dopo un primo episodio in cui ci viene mostrato il matrimonio di Amber e Prince, è l’azione a prendere il sopravvento e solo nel finale si torna a riprendere il filo delle relazioni interpersonali tra i protagonisti.

Nel complesso il pilot fa un buon lavoro, nonostante il poco tempo a disposizione, nel gettare le basi del rapporto tra Amber e Prince (nonché di quelle tra lei ed il fratello), ma va anche detto che un episodio non è abbastanza per investire nel rapporto di una coppia televisiva, soprattutto quando si appresta ad essere separata in maniera così repentina e traumatica.

Alla felice occasione del pilot di Echo 3 segue infatti un’impressionante scia di morti: quella di un marine in Afghanistan, commilitone di Prince e Bambi, che per salvare il cognato, come promesso alla sorella, fa una difficile scelta durante una missione, i membri di un gruppo di rivoluzionari venezuelani, sia quelli uccisi nella casa in cui Amber viene nascosta inizialmente, che nel campo in cui viene poi portata dopo essere stata ceduta, una cittadina tedesca tenuta prigioniera assieme ad Amber (Franka Potente), un altro commilitone di Prince e Bambi che si spinge fino in Venezuela per aiutarli, le persone che abitavano nel luogo di prigionia di Amber (innocenti e non) ed infine le vittime collaterali della sparatoria finale nelle strade di Cartagena.

Se a questo si aggiungono il rapimento e le torture subite da Momo (Juan Pablo Urrego), il fratello di Tariq Marwan (Vicente Peña), l’uomo che sta tenendo prigioniera Amber ed il fatto che per liberarla due paesi vengano lasciati sull’orlo della guerra, con conseguenze potenzialmente disastrose, la domanda che sorge spantana è se davvero la vita di una persona giustifichi una tale carneficina e se abbia senso il discorso finale di Prince alla moglie che si dice fiero di aver combattuto per una volta per proteggere qualcuno che ama davvero e non solo per “Dio e la Patria“.

Altra domanda che sorge spontanea è quando davvero forti possano essere i sentimenti di una persona la cui moglie è tenuta prigioniera per tre mesi, buona parte dei quali lui trascorre nella sua lussuosa casa americana (dopo essere stato ferito nel tentativo di salvarla, di questo bisogna dargli atto), dove però la tradisce con un’altra prima di decidere che, dopotutto, potrebbe essere il caso di tornare in Sud America per raggiungere Bambi e tentare un nuovo salvataggio, facendo però così saltare, senza troppi scrupoli o domande, l’operazione dell’amico che stava lavorando sotto copertura nel tentativo di infiltrarsi nel luogo dove Amber era tenuta prigioniera e rendendo quindi due interi episodi della stagione quasi completamente inutili.

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Amber (Jessie Collins)

A giudicare dalla reazione finale di Amber stessa, la risposta più ovvia è che non ne sia valsa affatto la pena. Che questi due uomini non si sono solo limitati a lasciarsi un inferno alle spalle, ma non sono nemmeno riusciti nel compito di salvare davvero Amber, non nell’accezione più completa del termine. Inspiegabilmente, infatti, due operativi abituati al significato della parola trauma, che dovrebbero teoricamente combattere loro stessi giornalmente con le conseguenze delle proprie azioni, a meno che non siano dei robot senz’anima, non sembrano nemmeno in grado di comprendere l’impatto emotivo che la prigionia di Amber abbia avuto su di lei, con Prince, in particolare, che si lamenta per il fatto di non riuscire a far rinsavire magicamente la moglie dopo mesi di prigionia e torture e grazie al potere dell’amore o Bambi che la rimprovera perché non si getta tra le braccia del marito che si è preso una pallottola per lei… poco prima di tradirla, ci tenevamo a ricordarlo. Ma magari, come un Presidente degli Stati Uniti stesso ha testimoniato, anche gli autori di questa serie TV sono convinti che il sesso orale non sia vero sesso e quindi non conti come tradimento. Chissà.
Non parliamo poi di cosa possa accadere se si aggiunge al mix una vetrata, una casa da urlo ed una scena di sesso piuttosto superflua, il cui unico scopo sembra quello di ricordare al pubblico quanto sexy sia il protagonista senza una maglietta addosso. Lo sapevamo già, grazie, abbiamo gli occhi.
Ma soprattutto che senso avrà mai far parlare la gente di amore incondizionato e cuori spezzati, quando un tizio qualsiasi non riesce nemmeno a trattenersi dal tradire la compagna che ha scelto per la vita e che sta passando letteralmente l’infermo in terra ed in buona parte anche a causa sua?

Una serie che era iniziata sotto i migliori auspici e che avrebbe potuto davvero avere le potenzialità di celebrare il mito dell’eroe in versione moderna, si è purtroppo trasformata in un disastro narrativo pieno di cliché, il più insultante dei quali vorrebbe farci credere che in una delle principali città della Colombia, la gente sia talmente abituata alle sparatorie con fucili da assalto, da non battere ciglio quando l’esercito e tre fuggiaschi si danno battaglia nel mezzo di un mercato sparandosi addosso.

La triste costatazione è che in Echo 3 nessuno vince ed il suo deludente finale non riesce nemmeno a spiccare come forma di sana autocritica nei confronti del machismo o del militarismo amaricano, per la sua tendenza a prendersi davvero troppo sul serio.

Echo 3 è disponibile sulla piattaforma Apple TV+ dal 23 novembre 2022.

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