Cosa hanno in comune la serie di Netflix Lupin e il famoso anime Lady Oscar, ispirato al manga Berusaiyu no bara (La rosa di Versailles) di Riyoko Ikeda, ci chiederete voi? Molto più di quanto non immaginiate.

Se avete visto i primi 5 episodi di Lupin, che l’11 giugno verranno seguiti dalla seconda parte, saprete che la serie inizia con Assane Diop che organizza il furto di un’inestimabile collana appartenuta a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena e messa all’asta dal suo acerrimo nemico Hubert Pellegrini (Hervé Pierre) dopo che il prezioso monile ricompare a 25 anni dal suo primo furto, del quale era stato accusato proprio Babakar Diop (Fargass Assandé), il padre del personaggio interpretato da Omar Sy.

La collana della serie è anche la stessa di cui si racconta in alcuni episodi del famoso anime dedicato a Lady Oscar, in cui si narra della truffa subita nel XVIII secolo Maria Antonietta, che coinvolse il cardinale Rohan e Jeanne de La Motte, contessa De La Motte-Valois, che nel manga e nell’anime era la sorella adottiva di Rosalie.

LA VERA STORIA DELLA COLLANA

L’affaire du collier, come è stato battezzato da alcuni storici, iniziò quando Luigi XV ordinò ai gioiellieri Bohmer e Bassenge di realizzare una collana composta da 645 diamanti puri, come regalo per la sua amante, Madame du Barry. Con la morte del re, avvenuta prima che la collana venisse ultimata, l’oggetto rimase invenduto fino alla comparsa di Jeanne de Saint-Rémy de Valois, contessa de La Motte.

Quando il Cardinale di Rohan, ex ambasciatore francese a Vienna, con pessimi rapporti con Maria Teresa d’Asburgo, la madre di Maria Antonietta, tentò di ottenere la carica di Primo Ministro in Francia, per cui era indispensabile il favore della sovrana, fu avvicinato dalla contessa de La Motte che, millantando un’amicizia con la sovrana, si offrì di fare da tramite tra loro e cominciò una fitta corrispondenza con Rohan fingendo di essere Maria Antonietta e scrivendo lettere traboccanti di riconoscenza e sentimenti inespressi.

Convinto di aver ormai conquistato la regina, il Cardinale chiese di incontrarla e la contessa assunse una prostituta di nome Nicole Leguay, famosa in tutta Parigi per la sua somiglianza con con la regina, perché la impersonasse e ingannasse Rohan. Questi, tramite Jeanne, prese ad inviare denaro sicuro che fosse destinato alle opere di carità di una sovrana che ricambiava ormai i suoi accesi sentimenti, ma che in realtà andava nelle tasche dell’avida contessa.

La collana della Regina - via Wikipedia

La collana della Regina – via Wikipedia

Essendo giunta alle loro orecchie la storia dell’amicizia che legava la regina a Jeanne de Saint-Rémy de Valois, i gioiellieri Bohmer e Bassenge decisero di usarla come tramite per vendere l’incredibile opera di alta gioielleria a Maria Antonietta.

Nel 1785 la contessa annunciò che la sovrana avrebbe acquistato la collana tramite un intermediario, il Cardinale Rohan, che trattò il prezzo e mostrò ai gioiellieri una lettera a garanzia del pagamento rateale firmata da Maria Antonietta. Il gioiello fu quindi consegnato alla contessa che, invece di darla alla regina ignara di tutto, la consegnò al marito che fuggì in Inghilterra e ne vendette separatamente i diamanti.

Non ricevendo il pagamento della prima rata, i gioiellieri se ne lamentarono direttamente con la regina che si dichiarò estranea alla faccenda ed emanò un mandato di arresto contro Rohan, che fu fermato dalle guardie reali nella famosa Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles poco prima di servire messa. Il Cardinale si liberò di tutta la corrispondenza con la presunta regina ed accusò la contessa de La Motte di averlo inganno. Qualche giorno dopo anche lei fu fermata assieme ai suoi complici, la prostituta Nicole Leguay ed il falsario Rétaux de Villette, autore delle false lettere.

Il Cardinale e la contessa furono processati e mentre il primo, la Leguay e de Villette furono assolti, Jeanne de Saint-Rémy de Valois fu condannata ad essere flagellata, marchiata e rinchiusa nel carcere per prostitute, la Salpêtrière, dal quale fuggì misteriosamente qualche tempo dopo trovando rifugio in Inghilterra. Suo marito fu condannato in contumacia all’ergastolo, una pena che non fu tuttavia mai eseguita poiché non esisteva estradizione tra i due paesi.

Nonostante l’estraneità della sovrana ai fatti, Maria Antonietta fu irrimediabilmente macchiata da questo scandalo e l’opinione pubblica la ritenne colpevole di aver orchestrato lo scandalo per liberarsi di uno scomodo personaggio politico odiato sin dai tempi del suo incarico in Austria.

Con una simile storia alle spalle non c’è da stupirsi che la collana vista in Lupin sia per lui un oggetto tanto prezioso, non solo per ciò che rappresenta storicamente, ma anche per il fatto che quella stessa collana è nuovamente al centro di un moderno scandalo che lo separa dalla vendetta per la tragica morte del padre.

La seconda parte di Lupin debutterà venerdì 11 giugno solo su Netflix.

 

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