La nuova serie The Last of Us è disponibile in streaming solo su NOW. Ogni lunedì viene trasmesso un nuovo episodio in lingua originale, in contemporanea USA. Il lunedì successivo lo stesso episodio è disponibile anche doppiato in italiano.

Pubblicato inizialmente nel 2013 su PlayStation 3, The Last of Us è senza dubbio uno dei titoli che più ha saputo fondere il linguaggio del cinema con quello dei videogiochi. Un linguaggio che, con il passare degli anni, si è evoluto ulteriormente, come ci ha dimostrato il secondo capitolo del franchise targato Naughty Dog, uscito nel giugno del 2020 su PlayStation 4

Eppure, nonostante gli anni trascorsi, la storia scritta da Neil Druckmann viene ancora ricordata come uno dei punti più alti raggiunti da questa industria. Un risultato possibile non tanto grazie al “cosa” viene raccontato, quanto al “come”. Se all’apparenza The Last of Us può sembrare una classica storia con gli “zombie”, i sentimenti, le insicurezze e, soprattutto, le debolezze di ognuno di noi che vengono raccontate nell’esclusiva PlayStation riescono a infilarsi sottopelle, relegando gli infetti a mero contorno.

Con un impianto narrativo tanto forte, il passaggio a un altro media è stato senza dubbio più indolore rispetto ad altre trasposizioni con un maggiore focus sul gameplay. Merito soprattutto di Neil Druckmann, che torna a lavorare sulla propria opera in veste di creatore, sceneggiatore e regista, accompagnando Craig Mazin, autore dell’acclamata miniserie Chernobyl (disponibile in streaming su NOW). Impossibile, per chi ha giocato il titolo del 2013, non guardare lo show con la mente proiettata al passato. A quella prima volta nei panni di Sarah e Joel. A quei brividi trasmessi da un videogioco con una potenza emotiva così tracotante.

Per questo motivo abbiamo pensato di raccogliere in questo articolo i cinque momenti che secondo noi uniscono maggiormente le due versioni della storia. Per farlo ci concentreremo sul primo episodio, andato in onda su Sky da lunedì 16 gennaio in lingua originale e da lunedì 23 gennaio, doppiato in italiano, e disponibile in streaming su NOW.

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LA SCENA DELL’OROLOGIO

Parte della magia della serie TV di The Last of Us sta nel coprire alcuni piccoli momenti non approfonditi nel videogioco. Momenti come quelli che vedono Sarah, la figlia di Joel, che interagisce con gli abitanti di Austin e che porta a riparare l’orologio del padre in modo da fargli un regalo per il suo compleanno. Se queste prime scene sono del tutto inedite, lo stesso non si può dire di quella che vede Joel tornare a casa e Sarah porgergli il pacchetto contenente l’orologio. Tutta quella sezione è riportata in maniera pedissequa, con tanto di dialoghi quasi del tutto identici. Impossibile non emozionarsi di fronte al carisma della piccola ragazzina, portata sul piccolo schermo con grande maestria dalla bravissima Nico Parker.

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The Last of Us – il videogioco

LA FUGA

Quando la situazione precipita, Sarah, Joel e suo fratello Tommy tentano di fuggire dalla città a bordo di un’auto. Nel titolo del 2013 viviamo questo momento dagli occhi della bambina, seduta sul sedile posteriore, dal quale è possibile guardarsi attorno e vedere il caos che regna ovunque. Un’escalation costante di tensione che parte dal bivio con di fronte dei cartelli stradali, davanti ai quali il gruppo deve decidere quale direzione prendere, ma che continua con una fattoria in fiamme, con delle persone in difficoltà alle quali viene negato il soccorso e, infine, con l’arrivo nel centro della cittadina in preda al panico. La prima puntata diretta da Craig Mazin richiama questa esatta sequenza di eventi con dedizione. Una similitudine davvero marcata, che non tocca solo gli eventi, ma anche la regia, con la telecamera posizionata esattamente nel sedile posteriore dell’auto.

The Last of Us
The Last of Us – il videogioco

LA MORTE DI SARAH

Stiamo parlando, senza dubbio, di uno dei momenti più drammatici di tutto The Last of Us. Dopo essere fuggiti da un infetto, Joel e Sarah si trovano di fronte a un soldato armato di mitragliatore. Soldato che, dopo aver ricevuto gli ordini dal suo superiore, apre il fuoco verso i due sopravvissuti, ferendo mortalmente la bambina. Solo l’arrivo tempestivo di Tommy riesce a evitare che anche Joel faccia una brutta fine, ma il dolore provato nel vedere la bambina a terra, in fin di vita, è probabilmente un male superiore persino alla morte.

È in questo momento che l’interpretazione di Pedro Pascal fa un netto balzo in avanti, regalandoci una scena devastante da un punto di vista emotivo e che rende omaggio proprio al videogioco originale, con le medesime inquadrature, i dialoghi e il montaggio. Un tributo a uno dei momenti chiave del titolo, in grado di farci piangere copiosamente oggi come dieci anni fa.

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OGNI COMPARSA DI MARLENE

Nella seconda metà dell’episodio facciamo la conoscenza di Marlene, capo delle Luci, un gruppo di ribelli decisi a liberarsi dall’egemonia militare successiva all’esplosione della pandemia. Il modo nel quale Joel e Marlene si incontrano è leggermente differente rispetto alla versione originale, ma c’è un parallelismo che ci sentiamo assolutamente in dovere di citare. L’attrice scelta per interpretare la donna è Merle Dandridge, celebre non solo per i suoi ruoli in Station 19 e in Sons of Anarchy, ma anche per aver prestato volto e voce proprio alla Marlene del videogioco. In questo modo la nostra mente affianca il titolo del 2013 alla serie del 2023 durante ogni scena con in campo la bravissima attrice statunitense. Una fedeltà quasi filologica.

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IL TEST DI ELLIE

E arriviamo così al finale dell’episodio, dove Ellie, Joel e la sua amica Tess vengono bloccati da un militare, mentre tentano di lasciare Boston. Attraverso un apposito dispositivo, il soldato scopre che Ellie è infetta, agitandosi e facendo precipitare la situazione. La cosa riporta alla mente di Joel quanto accaduto vent’anni prima con Sarah. L’uomo balza quindi addosso al militare, uccidendolo a suon di pugni e impedendogli di sparare a Ellie. Si tratta di una sequenza ancora più forte rispetto a quella mostrata in titolo originale, ma che riprende passo passo quegli avvenimenti. L’ennesima conferma della mano di Neil Druckmann, autore in grado di padroneggiare la narrativa della propria storia e lo sviluppo di questa nuova interpretazione dei suoi personaggi.

Con questo primo episodio The Last of Us dimostra come, con una buona visione alle spalle, i videogiochi possono essere trasposti in film e/o serie TV. La prova di quanto siano importanti gli autori e la consulenza di chi ha dato vita alle opere alla base di mosse commerciali come questa. Mosse che non devono avere come unico obiettivo quello di lucrare su IP di successo, ma di comprendere, decodificare e comunicare al grande pubblico l’essenza del videogioco. Un’operazione che, per ora, possiamo dire assolutamente riuscita nel lavoro di Mazin e Druckmann.

E voi che cosa ne pensate? Avete visto The Last of Us, oppure preferite aspettare che la serie sia completa, prima di iniziarla? Fateci sapere la vostra opinione con un commento qui sotto o, se preferite, venite a raccontarcela durante le nostre live sul canale Twitch di BadTasteItalia.

Articolo in collaborazione con NOW