Young Rock, la simpatica serie da poco arrivata su Sky, racconta di un’ipotetica e futura campagna elettorale di The Rock. Dwayne Johnson si candida infatti a Presidente degli Stati Uniti e, per convincere gli elettori a votarlo, guarda nel suo passato e rende partecipi gli spettatori della sua vita. Sequenze ambientate nel futuro a parte, viene da chiedersi quanto ci sia di vero, al netto delle esagerazioni comiche. La risposta è sorprendente: i luoghi possono essere scambiati, i fatti talvolta romanzati, ma la gran parte di quello che c’è negli episodi è accaduto realmente.

A spiegarlo sono stati i creatori della serie raccontando il processo di ideazione delle puntate. Nahnatchka Khan ha scritto gli intrecci e le situazioni a partire dai racconti di Dwayne Johnson. Gli sceneggiatori hanno passato svariate ore a sentirlo raccontare. Spesso, a fine giornata, l’attore si beveva tequila in grandi quantità e si ricordava nuovi eventi assurdi. Mandava poi messaggi vocali alla sceneggiatrice e ne parlavano il giorno dopo. Grazie a questo lungo lavoro è venuta l’idea di dividere il racconto nelle tre timeline dell’infanzia (10 anni), l’adolescenza (15) e la giovinezza (18). 

Una delle storie più incredibili viste in Young Rock è l’acquisto della prima macchina. Facciamo la conoscenza di Waffle, una persona tossicodipendente che gli ha venduto la vettura a un prezzo stracciato. Gran parte della sua storyline è accaduta veramente, ad eccezione del finale tragico. L’aneddoto era già noto, grazie a una intervista rilasciata nel 2013 durante la promozione di Fast & Furious.

Ero un quindicenne che viveva a Nashville, Tennessee, e giravo nei bar di Broad street. Non c’era alcuna ragione perché fossi lì a 15 anni nei bar con un mio amico. Ad un certo punto arriva questo drogato che ci chiede se volevamo comprare una macchina. Io ho detto “per quanto?”. Mi ha risposto: “75 dollari”, io ho ribattuto “Ne ho 40, quando ritorno ti dò gli altri 35”. Allora gli consegno i soldi e lui mi dà le chiavi di una Thunderbird del 1979 e sono andato via in macchina.

Mentre guidavo io e il mio amico abbiamo sentito un rumore nei sedili posteriori, abbiamo guardato e c’era un altro drogato svenuto. Così l’abbiamo preso e gli abbiamo detto di uscire. Ero la vittima di uno scherzo perché non mi aveva dato le chiavi per il serbatoio della benzina e non potevo rifornirla. Probabilmente era rubata. Così l’ho lasciata nel parcheggio del Burger King.

Young Rock - Andre Giant

Grazie al padre Rocky Johnson, Dwayne ha potuto conoscere tante star del wrestling. Gran parte della serie si concentra sul mostrare il “dietro le quinte” della loro vita pubblica. Una delle scene più divertenti di Young Rock dove Andre The Giant lo solleva di forza e lo scuote per insegnargli che nel Wrestling non si usa la parola “falso” è costruita ad arte. Però è anche una rielaborazione sotto forma comica, di come il giovane lottatore ha realizzato quanta poca finzione ci fosse nella performance sul ring.

Come riporta Cinemablend, The Rock ha detto di avere imparato la disciplina proprio attraverso allenamenti che poco avevano di finto. L’impatto con il suolo e i gesti atletici spericolati, possono essere controllati fino a un certo punto, ma portano con sé un’inevitabile “realtà” fisica dolorosa. Anche senza venire sollevati da un gigante. Non c’è un divieto ad usare quella parola tra professionisti, nessuno la pronuncia però volentieri o con leggerezza.

Altri dettagli sulla veridicità di Young Rock arrivano da un’intervista rilasciata al NyTimes. La vita glamour dei wrestler di quell’epoca aveva veramente due facce. Quella pubblica fatta di macchine costose e sfarzose, di un’ostentata ricchezza per costruire alla narrazione e creare il personaggio. Vivevano però spesso in case umili, piccole, disponendo di un normale stipendio che permetteva di arrivare a fine mese. Nell’articolo si spiega che gli autori desideravano mostrare anche questa parte della celebrità proprio perché è in quel contesto che è veramente cresciuto. 

Indimenticabile la fotografia del giovane Dwayne negli anni ’90. Una delle reference più importanti per lo stile mostrato in Young Rock.  

Quando lasciammo le Hawaii e ci trasferimmo a Nashville avevo 14 anni. Lì tutti pensavano che fossi un poliziotto sotto copertura perché in quel momento trasmettevano 21 Jump Street. Poi tre mesi dopo abbiamo lasciato Nashville e ci siamo trasferiti a Bethlehem, in Pennsylvania. Sentivo di non essere abbastanza. Non volevo essere Dwayne, volevo essere Tomás. Credevo che le ragazze l’avrebbero ritenuto un bel nome. Dovevano convincersi che avevo soldi, e avrei rubato dei vestiti costosi. A Bethlehem sono stato arrestato due volte per dei furti.

Lo show è fortemente incentrato sul padre e sull’affetto che il figlio nutre per lui. Ha attraversato periodi felici e grandi difficoltà sul lavoro anche nella realtà. Ha voluto veramente essere da esempio su come gli atleti potessero uscire dal loro mondo abituale. Fece lo stesso molta fatica a guadagnarsi da vivere. Lavorò come camionista per un periodo della sua vita e cambiò diversi lavori. È morto senza fare in tempo a vedere la serie completata.

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