Quando pensiamo alla realtà virtuale, ci immaginiamo un luogo magico, dove rifugiarci dopo una giornata di lavoro. Ma d’altronde se le pareti del nostro salotto possono essere sostituite con quelle del monte Everest, piuttosto che con le profondità dell’oceano indossano un visore VR, la natura umana non possiamo cambiarla così facilmente.

E la brutta esperienza di diverse donne che hanno provato QuiVR. Si tratta di un gioco multiplayer dove il giocatore deve difendere il proprio castello vestendo i panni di un arciere. Jordan Belamire racconta della sua esperienza con la demo del titolo per HTC Vive, affascinata dalle prospettive della realtà virtuale. Fino a che un altro giocatore non si avvicina e col suo avatar cominci a prendersi qualche libertà di troppo, toccando con le sue mani virtuali il corpo poligonale della ragazza.

Le interazioni “disturbanti” tra modelli poligonali online non è certamente una cosa nuova, magari in segno di spregio durante match competitivi, ad esempio. Ma viverlo attraverso la realtà virtuale è stato per Belamire disturbante e spaventoso.

Gli sviluppatori hanno preso molto seriamente la questione, introducendo dei limiti fisici alle interazioni possibili tra giocatori, come raccontano in questo loro post. La questione è comunque tutt’altro che risolta, perché il problema di fondo è l’educazione ed il senso civico delle persone.

E voi cosa ne pensate?