Resident Evil 4, 5 e 6 erano più improntati sull’action e prevedevano ambientazioni più ampie. Con il prossimo gioco non avevano intenzione di ingrandirle ancor di più“.

Basterebbe questa dichiarazione, rilasciata durante un’intervista da Masachika Kawata, producer di Resident Evil 7 per rassicurarci sul cambio di rotta deciso da Capcom e che a curare l’ultimo capitolo del suo fortunato brand c’è un uomo capace, assolutamente consapevole di come il leve design concorra nel caratterizzare un’esperienza che vuole essere terrificante e densa di tensione.

 

 

Se Leon Kennedy,  Chris Redfield e gli altri, nelle ultime scampagnate a suon di piombo e zombie, se la sono vista con orde di non-morti da affrontare a viso aperto, sfruttando le ampie ambientazioni a proprio vantaggio, sembra che i nuovi protagonisti di Resident Evil 7, come già lasciato presagire dall’intrigante demo The Begginng Hour, dovranno esplorare scenari ben più contenuti, stando ben attenti a dove metteranno i piedi.

Proprio a questo proposito, Masachika Kawata ha fatto notare un’altra similitudine tra la sua creatura e i primi capitoli dell’IP.

Parlando di prospettiva, sia per la telecamera fissa che per la prima persona, nonostante ciò che tu sia in grado di vedere, in un caso o nell’altro, è totalmente differente, entrambe le visuali soffrono di un punto cieco. C’è una similarità tra le due prospettive che regalano lo stesso senso di terrore nel non sapere cosa ci sia oltre il punto cieco“.

Parole che non possono che rincuorare i fan di lunga data e gli appassionati di survival horror.

Trovate tutti i dettagli sul gioco nella nostra scheda.

 

Fonte: Reno Gazette-Journal