Il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indie

Aaru's Awakening

Aaru's Awakening è un gioco nel quale si controlla una imponente creatura arancione, Aaru, in un mondo dipinto da sfumature del rosso e del giallo, e nel quale, prevedibilmente, avrete seri problemi a individuare il vostro personaggio. Una volta superati quelli, potreste trovarvi di fronte ad un action platform niente affatto comune, con una componente grafica strepitosa ed un gameplay, ci auguriamo, altrettanto intrigante. Ed ovviamente ci auguriamo ci siano anche livelli dai cromatismi diversi (ci sono, tranquilli).

Ad una prima occhiata s'inserisce Aaru's Awakening nella categoria, dai confini molto labili, dell'action platform. A livelli? A mappa aperta? Non lo sappiamo. Sappiamo però che un'analisi più attenta del poco gameplay mostrato e quanto affermano gli sviluppatori introducono un concetto opposto a quello fondante del platform. Nel platform la difficoltà è dovuta alle possibilità di movimento limitate del protagonista, che si trova magari a dover saltare da una parte all'altra, mentre il titolo di Lumenox si apre ad una soluzione che in apparenza semplifica le cose: il teletrasporto. Per brevi tratti, certo, ma comunque è l'elemento fondante del gameplay. Come questo verrà sfruttato, senza mortificare difficoltà e profondità dell'esperienza di gioco, è quanto più ci attira verso la produzione, che dovrebbe anche far affidamento su una storia accattivante e su quest secondarie, per variare la progressione di gioco.

C'abbiamo scherzato, ma graficamente Aaru's Awakening stupisce. Per le animazioni, estremamente fluide, per la ricchezza dei fondali, per il livello di dettaglio e per il disegno degli effetti. E' bidimensionalità allo stato dell'arte, e non vediamo l'ora di metterci sopra le mani: se tutto andrà bene, a fine anno ne riparleremo.

 

Hammerwatch

Hammerwatch è un po' Gauntlet, un po' Diablo. Che poi Diablo è sempre stato un po' Gauntlet, essendo palesemente ispirato alla serie dell'allora Atari. Però Hammerwatch è più Gauntlet, perché fa affidamento su un sistema di gioco che ha nella modalità multigiocatore cooperativa, a quattro, il suo punto più alto. Chiaro no? Se non dovesse esserlo, vi basti sapere che si tratta di un titolo indie nel quale massacrare indiscriminatamente qualunque cosa ci si trovi incontro. E questo è facile da capire, molto.

Nel momento in cui vediamo fasi di gioco, inquadrate dall'alto, nelle quali uno o più eroi menano le mani come forsennati, sappiamo che ci troviamo di fronte al divertimento genuino ed immediatamente assimilabile dell'hack 'n' slash fantasy. Pochi fronzoli, tanta sostanza, tanti nemici, orde vere e proprie, che le armi e le abilità di varie classi diverse, dal guerriero al mago all'arciere, possono sterminare con pochi patemi. Il tipo di esperienza regalata dal gioco è familiare e per niente originale, ma non è detto che un gioco del genere debba esserlo per forza, originale. Basta che abbia ritmo, frenesia, che sia incalzante, e Hammerwatch sembra averli, spingendo su un'azione senza pause, con il personaggio che non può mai rimanere fermo, impegnato a colpire, schivare, correre. C'è anche uno spruzzo di bullet hell, con i colpi dei nemici che invadono lo schermo, e ci si trova a doverli schivare come se fossimo in uno shooter spaziale. Chi ha esperienza con Realm of the Mad God saprà sicuramente di cosa stiamo parlando.

A condire il pepato piatto, un comparto grafico retrò, nel quale il pixel è l'ingrediente che non può mancare. E quando mai, direte voi, abituati a simili scelte per le produzioni indie; ma Hammerwatch ha davvero carattere, e vi basterà cliccare sul video sottostante per verificarlo. Dopodiché, qualora aveste voglia di giocarlo, potete acquistarlo a questo indirizzo.