Il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indie

Echo of the Wilds

Anthony Case, uno sviluppatore inglese che lavora sotto il nome di CaisyWare, sta sviluppando Echo of the Wilds, uno titolo atipico, con elementi survival e adventure e dal forte impianto narrativo. Il progetto, nato sotto il nome di Call of the Wild e finanziato su Kickstarter tempo fa, dovrebbe vedere la luce il prossimo gennaio, o al massimo nei primi mesi del 2014, e non vediamo l'ora, perché sembra avere tutte le carte in regola per essere un ottimo esponente di quell'ala degli indie basati sull'immersione totale del giocatore.

 

 

Tutto inizia dal risveglio da un sonno particolare, nebuloso. L'uomo che dovremo aiutare a trovare la sua via si ritrova nel bel mezzo della natura selvaggia, senza alcuna conoscenza delle tecniche di sopravvivenza e, soprattutto, completamente all'estraneo del motivo per il quale è lì. Riceverà presto la visita di uno spirito guida, che gli fornirà le basi delle tecniche tramite le quali dovrà procurarsi cibo, riscaldarsi, trovare riparo. I territori che si troverà ad esplorare saranno vari, tra foreste, laghi, montagne, e saranno sempre diversi, poiché generati casualmente da algoritmi presenti nel gioco. In tal modo, ad ogni partita rimarrà immutato il senso di esplorazione, quel sentimento che spingerà il giocatore a vedere cosa il mondo offre, non per la sola soddisfazione delle sue necessità fisiche ma anche per quella del suo spirito.

Su questa doppia linea s'incanala infatti la componente narrativa di Echo of the Wild, che parte da una situazione di bisogno, di precarietà, di spaesamento, per costruire una storia che punta in alto, ad indagare alcuni sentimenti dell'animo umano, su tutti il rapporto con la natura, l'armonia con il mondo nel quale si vive, il richiamo primordiale del selvaggio, aggiungendovi una dose di mistero e di onirismo, perché se quello in cui il giocatore si trova è un sogno allora c'è una componente di irrealtà, e non si sa cosa succederà quando questi si sveglierà. Sono tutti questi aspetti che verranno svelati progressivamente, e per vedere come dovremo attendere il titolo finito.

Tecnicamente Echo of the Wilds affascina grazie alla sua direzione artistica squisitamente retrò, ma attenta al dettaglio. Sembra quasi di essere in una versione bidimensionale dello stupendo Proteus, con mondi pieni di vita e di colori, dai cieli dalle innumerevoli sfumature e dalle ambientazioni che cambiano con il passare delle stagioni. Speriamo non debba passarne un'altra per goderne appieno.