La Global Game Jam è un evento mondiale, che si tiene annualmente, durante il quale gli sviluppatori indipendenti convergono nelle città delle loro nazioni che l’han messo su e tirano fuori tutta la loro creatività, cercando di realizzare un videogioco nel tempo massimo di 48 ore. Il miglior titolo di una delle jam nostrane, quella di Roma, è il protagonista di questo episodio di Focus Indie: signori e signore, Home E.M.M.E.R.D..

Su su, smettetela di ridere e non pensate che siamo i soliti italiani che la buttano in caciara. Primo, perché la colpa ovviamente non è nostra, ma dei ragazzi di Lonely Crew, ovvero Luca Di Gennaro, Marco Giammetti, Matteo Romanelli e Michele Villani. Secondo, perché a tutto c’è una spiegazione: E.M.M.E.R.D. è l’acronimo di Entirely Mechanical Moving Enviromental Remote Domotic. Chiaro no? Non ancora. E allora facciamola facile: il dottor Emmerd Brown, un geniale scienziato, ma con dei capelli di M, va a farsi la sua passeggiata, e lascia casa in mano ai P.Ü.P.E.T.T.I. (vi risparmiamo l’acronimo), dei carinissimi robot pulitori. Il problema è che oltre ai capelli, Emmerd ha anche una casa di M, perché è sì completamente automatizzata, ma è particolarmente vulnerabile ai bug. Ovviamente la casa impazzisce e inizia a rompere tutto, ed i P.Ü.P.E.T.T.I. devono mettere a posto.

Home E.M.M.E.R.D. screenshot

Home E.M.M.E.R.D. – screenshot

Come si traduce tutto questo in videogioco? In un titolo frenetico e competitivo, nel quale quattro giocatori, alla guida ognuno del proprio robot pulitore, cercano di accumulare più punti possibile, pulendo per terra, riparando oggetti e caricandosi di energia su appositi pannelli. Che detta così sembra una cosa tranquilla, ma siccome la casa ha il carattere che ha (di M), scoppiano computer, volano libri, si spaccano acquari, esplodono bambini. No, seriamente, esplodono bambini. Ed i P.Ü.P.E.T.T.I. lì, ad aspirare come se non ci fosse un domani, ma anche ad allontanare gli altri con un getto d’aria, che comunque è la competizione la chiave del tutto, fino al ritorno del professore, che decreta la fine della partita.

Basta una sessione di gioco per rendersi conto della qualità dell’idea di fondo e della sua implementazione. Nella sua semplicità, Home E.M.M.E.R.D. assolve pienamente all’imperativo categorico del videogioco, divertire, e la sua accessibilità lo rende perfetto per essere gustato nel multiplayer locale, che va conservato e preservato, altro che online. Ne volete una prova? Scaricate pure il gioco, in maniera totalmente gratuita, dal sito della Global Game Jam. Ovviamente c’è lo spazio per migliorie e per l’introduzione di ulteriori elementi di gioco, ma la base di partenza è ottima, tanto più se si pensa che è stata realizzata in due giorni e che già esprime tutto il suo carattere, nel gameplay così come nella tecnica, con un aspetto grafico deliziosamente retrò ed un brano di accompagnamento elettronico e galoppante. Avanti così.