Il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indie

You Are Not The Hero

Spesso i videogiochi danno molte, troppe cose per scontate. Tipo che in un gioco di ruolo giapponese si possa entrare in casa altrui e fregarsi tutto quello che si trova, oggetti, soldi, pezzi d'equipaggiamento. O che si sia davvero gli incensati protagonisti di una storia epica, nella quale tutti ci vedono come eroi senza macchia. Ecco, You Are Not The Hero ribalta tutte queste convizioni e prova ad inquadrare il genere da tutt'altra prospettiva.

Prima cosa: non si prende il controllo del solito party di guerrieri. No, si vedono le vicende del gioco dagli occhi di Petula Fardecen, ragazza non particolarmente bella, non particolarmente intelligente, non particolarmente tutto, che si ritroverà coinvolta, suo malgrado, nelle scorribande di un gruppo di presunti eroi. Questi infatti, ben consci invece delle storture del genere ruolistico, hanno preso il suo villaggio come un magazzino, e si sono impossessati di tutto, compreso un ciondolo molto caro alla ragazza: ecco quindi che l'epica storia di cappe e spade si fa niente più che il tentativo da parte di Petula di riappropriarsi di ciò che è legittimamente suo.

Anche dal punto di vista del gameplay You Are Not The Hero vuole uscire dal seminato. Innanzitutto, costruisce la propria componente ruolistica non attorno ai combattimenti, come da tradizione, ma ad una serie di eventi, minigiochi e missioni secondarie nelle quali Petula è coinvolta. Il mondo di gioco ci si apre davanti, nella sua pletora di possibilità, proprio per il fatto che la ragazza è un personaggio non giocante, il classico NPC: non dovendo occuparsi di salvarlo, può intraprendere numerose e varie avventure, che avranno dei risvolti sul progredire degli eventi. Potrà persino decidere semplicemente di intraprendere una carriera e di migliorarsi nel suo lavoro, e nient'altro. Insomma, a sfidare le abusatissime convenzioni di un genere.

Lo sviluppo del titolo è già stato finanziato, ma mancano ancora molti giorni alla fine della campagna su Kickstarter, pertanto se volete che grazie al vostro contributo gli sviluppatori vi aggiungano ulteriori contenuti non dovete far altro che andare su questa pagina.

 

Emerald

Emerald è il progetto solitario di Nick Yonge, che su Kickstarter ha chiesto e ottenuto la cifra necessaria a sviluppare il gioco. A dire il vero ha raccolto praticamente il doppio dei 5.800$ necessari, pertanto ha anche raggiunto tutti gli stretch goal previsti per il suo titolo, un action adventure dalla forte componente esplorativa ambientato su una navicella spaziale.

La Nave è in totale disarmo, danneggiata da non si sa cosa, ed il giocatore si trova a controllare un esploratore spaziale, che ha il compito di ripararla. Dovrà attraversare quindi cunicoli labirintici e stanze oscure, in totale assenza di gravità, quindi le sue possibilità di movimento saranno molteplici. La Nave è divisa in sistemi, e la riattivazione di alcuni di essi, piuttosto che di altri, potrà segnare il confine tra la morte e la sopravvivenza: mano a mano che rimetteremo in sesto il vascello, però, un mistero inizierà a farsi strada. S'inizia che già si è sulla Nave, e si pensa di sapere il perché, ma i pezzi di storia che vengono fuori, e che vengono decifrati dal giocatore, dicono qualcos'altro, qualcosa in più di ben differente dalla realtà che crediamo di conoscere.

Oltre che sulla componente strettamente ludica quindi l'esperienza di gioco farà affidamento su una storia piena di aspetti oscuri, che il giocatore dovrà tentare di mettere insieme e dei quali forse non avremo mai una totale conoscenza. Emerald s'inserisce nel filone dei titoli d'atmosfera, unendovi le sensazioni uniche dello sci-fi, e non vediamo l'ora di avere di fronte il risultato. Il titolo colpisce infatti anche per la sua peculiare veste grafica, assolutamente minimalista, e che ben si adatta alle atmosfere di solitudine e malinconia che vuole veicolare: per vedere se ci riuscirà o meno, dovremo aspettare il prossimo febbraio.