Il coccolone, quando si gioca Remothered: Tormented Fathers, è dietro l’angolo, perché la dottoressa Rosemary Reed è una donna sostanzialmente indifesa di fronte al vecchio pazzo che le dà la caccia: è fondamentale che egli non la veda, allora ci si muove con circospezione, cercando di passare inosservati e di fare quanto meno rumore possibile, ma è inevitabile prima o poi che si venga scoperti, e allora, dopo esser stati colti da un infarto, tocca correre a perdifiato, cercando di seminarlo, passando attraverso porte, svoltando angoli, magari trovando rifugio in un armadio, o sotto un mobile, perché essere raggiunti significa morire. Certo, magari si è riusciti a ottenere una qualche arma appuntita, ma queste non sono utilizzabili direttamente, solo nel momento in cui si viene artigliati dal pazzo gliele si può infilare nel corpo, e seminarlo, ma sono soluzioni temporanee, lui tornerà a cercare la donna, a tentare di ucciderla con la sua falce.
“è inevitabile prima o poi che si venga scoperti, e allora, dopo esser stati colti da un infarto, tocca correre a perdifiato”Le vicende che stanno alla base di questa caccia all’uomo, ambientata nella grande e lugubre villa del dottor Felton (il vecchiaccio), sono molto misteriosi, e costituiscono quello stimolo in più per il giocatore, interessato a sapere perché Rosemary insista così tanto, nei primi momenti del gioco, nel cercare di entrare nella magione, e ovviamente quali segreti e orrori il luogo custodisca, o le ragioni della pazzia di Felton; soprattutto però sono su quanto il team di sviluppo, Stormind Games (manipolo di ragazzi catanesi, interpeti delle idee e della visione di Chris Darril) punta per dare profondità ad una produzione che cerca un taglio e un impatto cinematografico, che molto punta non solo sull’essenzialità e sull’ansia del gameplay survival horror (che già la prova della versione preliminare attesta come efficace) ma anche sul dipanarsi della storia principale e sull’intrecciarsi delle vicende personali dei personaggi che gradualmente si aggiungono alla messa in scena (e su questo aspetto occorrerà attendere la versione definitiva per pronunciarsi).
Quanto descritto finora potrebbe far pensare a Remothered: Tormented Fathers come ad una produzione molto classica, ma in realtà non è propriamente così. Survival horror, certo, ma paragonabile più ad un Alien: Isolation, che a un Resident Evil, per la necessità di muoversi con circospezione, per l’inferiorità della dottoressa Reed e il folle Felton; con elementi tradizionali del genere horror nella trama (agenti chimici, manipolazioni della mente) ma, lo si nota nel finale della versione da noi provata, interessanti cambi di prospettiva atti a stravolgere la narrazione e forse anche il ruolo dei personaggi stessi (chi è il buono, chi il cattivo?). Ecco perché il videogioco di Stormind Games e Darril Arts è sicuramente tra gli indie da tenere d’occhio per l’inizio del 2018, ma qualora vi sentiste di dare fiducia al titolo e di acquistarlo già ora in accesso anticipato non saremo di certo noi a sconsigliarvelo.
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