L'Archivio Videoludico festeggia i suoi primi cinque anni con alcuni nuovi arrivi davvero speciali…

A cinque anni si è ancora piccini, privi d'esperienza e ben lontani dall'essere autonomi. Vale per gli umani, non per gli archivi. A marzo l'Archivio Videoludico ha compiuto cinque anni, ma non si può certo definire piccino: sono ormai 4.000 i titoli a disposizione del pubblico e 31 le piattaforme da gioco. E un po' di esperienza in fondo ce l'ha, dato che dal marzo 2009 le attività si sono moltiplicate: l'Archivio si è aperto agli sviluppatori nostrani con l'Area deV. A maggio tornerà per la quarta volta Svilupparty, la festa dei developer italiani. Dal 2013 è stato inaugurato il Centro Studi AV, che raccoglie film, libri, tesi e riviste dedicati all'universo videoludico. Continua l'esperienza dei laboratori per le scuole medie e superiori e a breve scadrà il bando del Premio AV per le migliori tesi di argomento videoludico.

Ecco, forse l'Archivio non è esattamente autonomo, visto che senza alcun curatore cesserebbe di essere vitale, ma ci piace pensare che gli archivi sopravvivano alle persone, che in qualche modo siano entità indipendenti in costante evoluzione, che il patrimonio accumulato a disposizione di tutti continuerà a vivere nel tempo. Chissà, in ogni caso ci ha fatto piacere poter spegnere cinque candeline.

Sempre a marzo c'è stato un altro anniversario: Super Metroid ha festeggiato vent'anni. Nel marzo 1994 veniva infatti pubblicato in Giappone il terzo episodio dalla saga Nintendo nata su NES nel 1986. Si tratta di uno degli episodi più amati di una serie che negli anni ha saputo reinventarsi, prima con il bellissimo Metroid Prime (e relativi seguiti), poi col controverso Metroid: Other M. A caratterizzare le avventure di Samus Aran – una delle prime protagoniste femminili della storia dei videogiochi – una costante sensazione di solitudine, atmosfere claustrofobiche e angoscianti. Fa eccezione Metroid: Other M, non a caso abbiamo detto controverso, e di sicuro fa eccezione Metroid Prime Pinball, ma stiamo parlando di un pinball game, appunto.

Capitolo nuove acquisizioni. Supponete di prendere un gruppo di nerd per un sondaggio d'opinione: qual è il titolo più crudele mai concepito, croce e delizia di ogni buon videogiocatore? Qualche secondo di silenzio. Precisazione: non tenete conto dei giochi delle origini, quelli erano quasi tutti crudeli; restringiamo l'analisi agli ultimi vent'anni. Qualche secondo di silenzio. Risposta in coro: Demon's Souls, Dark Souls, Dark Souls II! Ecco, son tre titoli, ma pensatelo come un unico viaggio infernale, perché la trilogia di From Software è frustrazione pura e tanto, tanto sudore. Dark Souls II è stato appena pubblicato e non potevamo non acquisirlo al volo.

Ben diverso è Zack & Wiki, colorato titolo Wii vincitore del nostro sondaggio del mese e prontamente aggiunto al fondo: un'avventura grafica made in Capcom che sfrutta in maniera originale il telecomando Wii, a dimostrazione che anche un genere da PC come l'avventura grafica può trovarsi a proprio agio su console.

Sul fronte indie siamo stati letteralmente conquistati da Dominique Pamplemousse in 'It’s All Over Once The Fat Lady Sings!', un'avventura grafica a sfondo investigativo fatta con la plastilina che rilegge in chiave videoludica un genere tipicamente cinematografico e teatrale, il musical. Non ci vengono in mente altri videogiochi musical, ma se ne conoscete qualcuno fateci un fischio. Altrettanto indie, ma più inquietante per tematiche, è Year Walk, un'avventura che pesca a piene mani dal folklore svedese. La pratica dello year walking affonda le sue radici in un antico rituale pagano praticato sin dal Medioevo: dopo mezzanotte alcuni coraggiosi decidevano di attraversare i boschi per raggiungere la chiesa del villaggio. Lungo il tragitto l'incontro con creature stravaganti, talvolta orripilanti, forniva loro risposte sul futuro (o decretava la loro morte).

Conclusione di nicchia: Seven Samurai 20XX lo conosceranno sì e no quattro giocatori. Il gioco è un action stile Devil May Cry pubblicato nel 2004 su PS2. Perché lo citiamo? Per tre piccoli dettagli: il gioco si ispira ufficialmente a I sette samurai di Akira Kurosawa – capolavoro del regista giapponese uscito nelle sale nel 1954 – e il design dei personaggi è opera del fumettista francese Mœbius. Alla colonna sonora ha lavorato il musicista e compositore Ryuichi Sakamoto. Il gioco non sarà un capolavoro, ma certe premesse non passano inosservate.