L'estate e il caldo non fermano l'attività dell'Archivio Videoludico: ecco alcuni aggiornamenti!

Si dice che il caldo e l'afa non siano esattamente un toccasana per i videogiocatori, ed è innegabile che luglio sia un mese decisamente più tranquillo sul versante videoludico, dopo le grandi uscite di giugno. In Archivio la situazione è un po' diversa: pur con le vacanze alle porte si continua a lavorare per recuperare titoli, recenti e storici, che possano ampliare la collezione e di conseguenza l'offerta per gli utenti. In questi ultimi mesi le attività dell'Archivio si sono moltiplicate, nella consapevolezza che il compito di un luogo come questo non possa esaurirsi nella semplice conservazione del testo videogioco e del suo paratesto fatto di custodie e manuali, ma debba allargarsi anche alla salvaguardia di tutti quelle “fonti secondarie”, se così vogliamo chiamarle, fatte di riviste di settore, di libri e di tesi. Senza dimenticare che spetta ai curatori dell'Archivio proporre riflessioni, percorsi, lanciare spunti e instillare curiosità negli utenti.

Per la cronaca, comunque, anche noi andremo in vacanza: dal 3 al 26 agosto 2013.

In tema di fonti secondarie è stato inaugurato a inizio luglio il Centro Studi Archivio Videoludico, una nuova area che intende mettere a disposizione degli studenti numerosi testi sui videogiochi: pubblicazioni sull'argomento, riviste cartacee – le stesse riviste con cui molti videogiocatori sono cresciuti, tra gli anni Ottanta e Novanta – e tesi di laurea. In quest'ultimo caso si tratta dei lavori raccolti in occasione delle prime tre edizioni del Premio Wired per le migliori tesi di argomento videoludico: un patrimonio accademico molto ricco e prezioso per tutti quegli studenti che si occupano di game studies. Da fine giugno è anche attivo l'abbonamento al magazine EDGE, da sempre punto di riferimento della critica e da ora consultabile, di mese in mese, in Archivio.

Veniamo ora ai giochi, e in particolare a un titolo “riscoperto” in occasione del festival del Cinema Ritrovato, che si è tenuto anche quest'anno a Bologna dal 29 giugno al 6 luglio. Ebbene, sembra proprio che anche Charlot, il celebre personaggio creato da Charles Chaplin nel 1914, sia stato protagonista di un videogioco. Sviluppato nel 1988 da Canvas e distribuito da U.S. Gold, Charlie Chaplin – questo è il titolo – conduce il giocatore all'interno del set, nei panni di Charlot. Tre scene ispirate alle opere dell'artista, che è possibile rivivere come se si trovasse in una sala di montaggio. Il titolo rientra nella categoria degli abandonware, vecchi giochi non più sfruttati commercialmente. Non significa che il diritto d'autore sia venuto meno: in molti casi sono gli stessi produttori a non volerlo esercitare. Charles Chaplin è un gioco molto semplice, a prima vista, ma colpisce per la cura con cui ricrea con pochi frame i movimenti del Vagabondo, per la scelta del bianco e nero, per la fedeltà con cui recupera le atmosfere dei film di Chaplin attraverso i dettagli della messa in scena.

Acquisizione particolarmente interessante del mese di luglio è EarthBound, che Nintendo si è finalmente decisa a rendere disponibile sulla Virtual Console di Wii U anche in Europa, dopo che l'originale per SNES era stato pubblicato solo in Giappone e negli Stati Uniti a metà anni Novanta. In EarthBound ci troviamo di fronte a un gioco di ruolo che abbandona il classico contesto fantasy a favore di un'ambientazione contemporanea (e tanta ironia). Un dettaglio non così scontato, considerando il genere di appartenenza.

È stato recentemente aggiornato anche il Winnitron, cabinato arcade ospitato in Archivio realizzato da un network di sviluppatori indipendenti e appassionati, contenente una selezione delle migliori produzioni indie degli ultimi anni (tra cui Canabalt, Nidhogg, Paper Moon, Verge e molto altro).

Questo nostro report del mese di luglio non poteva che terminare con due titoli di nicchia accomunati dal contesto geografico. Se Tokyo Jungle immagina una Tokyo invasa da animali selvaggi e in cui vige la legge del più forte, Tokyo Crash Mobs rivisita il puzzle game Puzz Loop ironizzando sul proverbiale rigore giapponese nel fare la fila.