Le scelte della redazione per ricordare l'anno che sta per finire…

Il 2012 sarà ricordato come un anno importante per il mondo videoudico. L’arrivo di Wii U ha segnato ufficialmente l’inizio della battaglia per il dominio dei salotti del prossimo decennio, mentre Sony e Microsoft ancora non vogliono scoprire le loro carte. Noi videogiocatori, nel frattempo, ci barcameniamo fra seguiti, presunte esclusive e qualche piccola perla nascosta. La redazione di BadGames abbiamo scelto nove titoli, non per stilare la classifica dei migliori, o dei più “belli” (termine quantomai ambiguo e sopravvalutato), ma per condividere con i lettori quei titoli che, in qualche modo, ci hanno colpiti.

Ovviamente, però, nel corso di dodici mesi – soprattutto per chi fa il nostro lavoro – abbiamo avuto a che fare con titoli che per una serie di motivi non ci hanno convinto fino in fondo, che ci hanno deluso. Anche qui, non si tratta di giochi “brutti” ma, molto più semplicemente, di prodotti che ci hanno fatto discutere, non sempre in termini elogiativi.

Ecco, dunque il nostro personalissimo 2012, fra grandi ritorni e sorprese inattese.


Scelti da Fabio Canonico

Dear Esther

Dear Esther è una delle avventure videoludiche che più hanno lasciato il segno quest'anno. Una produzione indipendente, un titolo che si completa in nemmeno due ore, ma di grandissimo impatto emotivo. L'esplorazione di un'isola deserta e dei suoi meandri diventa un sentito angosciante viaggio, nel quale il giocatore, profondamente immerso nelle sue atmosfere, tenta di ricostruire una storia, di dargli un senso, tramite i monologhi del protagonista e segnali lasciati da non si sa chi. L'interazione è ridotta al minimo, ci si muove e ci si guarda intorno, niente di più, ma tanto basta a Dear Esther per lasciare un profondo solco nell'animo di chiunque lo giochi.

Resident Evil : Revelations

L'episodio della serie per Nintendo 3DS ha avuto l'indubbio merito di aver riportato la serie alle atmosfere ed alle dinamiche di gioco che ne avevano decretato il successo, seppur solo parzialmente. Revelations non è un titolo perfetto, ma riesce comunque ad essere tra i più meritevoli dell'anno, restituendo al giocatore quelle sensazioni di paura, alcune volte terrore, che gli erano state scippate da troppo tempo. Il notevole impatto grafico e la presenza di una solida componente multiplayer testimoniano ulteriormente la cura riposta nel suo sviluppo, privo degli inutili fronzoli della sua controparte per console da salotto (Resident Evil 6), perciò decisamente più efficace.

The Last Story

The Last Story è la decima fantasia finale di Hironobu Sakaguchi, il suo ritorno al genere del gioco di ruolo giapponese, tramite un approccio nuovo, sperimentale, che può dividere, ma comunque testimonia la maestria del game designer giapponese. Non ha l'ampio respiro della tradizione del genere, sacrifica un po' di libertà del giocatore, ma ha l'obiettivo di raccontare una storia, in maniera profonda, di metterlo in comunicazione con un mondo, con dei personaggi e con le loro vicende, e ci riesce pienamente. Divertimento a piene mani arriva poi da un sistema di combattimento intrigante, intenso, innovativo, da prendere come riferimento per i futuri giochi di ruolo.

DelusioneKid Icarus: Uprising

Kid Icarus: Uprising non solo segna il ritorno da protagonista di una delle più amate mascotte Nintendo, ma trasuda inventiva, si bulla di un'azione aerea furiosa, sprizza umorismo, trabocca di contenuti. Tutte caratteristiche che basterebbero a definire un gioco straordinario. Cosa che difatti il titolo sarebbe, senza il suo terribile sistema di controllo, che Nintendo ha voluto per forza di cosa imbastire sull'utilizzo del pennino: poco intuitivo, ancor meno reattivo, tremendo nelle fasi a terra. Basta a rovinare un bel gioco? No. Basta a farcelo definire come un capolavoro rovinato, come se fosse uno squarcio su una vera opera d'arte, suscitando in noi una rassegnata delusione? Si.

AttesaCastlevania: Lords of Shadow 2

Castlevania: Lords of Shadow è un vero capolavoro del genere action, il titolo che, contemporaneamente, ha portato la storica serie Konami alla gloria della giocabilità in ambienti tridimensionali ed al feeling e alle atmosfere dei primi episodi. Un numero clamoroso di modernizzazione e di valorizzazione della tradizione quindi, che il prossimo episodio, in lavorazione sempre presso MercurySteam, potrebbe replicare, se non superare. La tormentata vicenda di Gabriel, ora Dracula, arriverà finalmente a conclusione, e lascerà il segno, ne siamo assolutamente certi.


Scelti da Andrea Porta

The Walking Dead

Forse, nel grande successo di The Walking Dead: The Videogame, c’è anche una parte di “effetto sorpresa”. Questo perché da TellTale, una casa di sviluppo modesta, mai riuscita a sfornare un lavoro di qualità sotto tutti i punti di vista, nessuno si sarebbe mai aspettato queste qualità. Oppure, perché The Walking Dead è ormai un brand strettamente legato alla sua incarnazione televisiva, e quindi la decisione di rimanere aderenti allo stile del fumetto ha colto tutti di sorpresa.

Oltre a risultare vincitore dei VGA Awards 2012, The Walking Dead è senza dubbio il gioco più interessante di quest’annata. Un’avventura grafica “punta e clicca” rinnovata e modernizzata nella forma e nell’interattivitità, caratterizzata da una tecnica grafica (nota come cel shading) che le permette di ricalcare le tavole del fumetto e da una trama originale in grado di tenere in conto le scelte del giocatore. Personaggi credibili e dialoghi molto ben scritti ne fanno un acquisto caldamente consigliato a tutti coloro disposti a mettere da parte l’interattività pura e semplice in favore di una bella storia di cui godere.

SSX

Nonostante le vendite finora non entusiasmanti, SSX è uno dei giochi sportivi più belli di quest’annata, e il Natale potrebbe rappresentare un’ottima scusa per recuperarlo, magari a un prezzo conveniente. La produzione rinnova il gameplay della sterie rimasta storica su Playstation 2, aggiornando la grafica e la simulazione della fisica agli standard odierni e proponendo un comparto online ricco di possibilità. Le discese in snowboard ritrovano tutta la loro caratteristica componente colorata ed esagerata, unita ad un pizzico di brivido, soprattutto nelle sfide di sopravvivenza. Un ritorno in grande stile per la serie, purtroppo non in grado di riscuotere ampi successi commerciali. Da recuperare.

XCOM: Enemy Unknown

Così come per The Walking Dead, in pochi avrebbero scommesso sul successo del ritorno di un genere adatto a tempi ormai andati, lo strategico a turni. “Lento” nel ritmo e nella sostanza per sua stessa natura, studiato per le interfacce di controllo PC più che per il gamepad, il genere sembrava ormai salpato per altri lidi, laddove oggi persino i JRPG tendono a proporne forme ibridate con l’action. Eppure, Firaxis è riuscita nel (quasi) impossibile con XCOM: Enemy Unknown. Nonostante il comparto tecnico non eccezionale, la produzione si fa forte di un gameplay molto ben bilanciato, impegnativo al punto giusto, improntato sulla strategia e (a tratti) anche punitivo. I nostalgici del vecchio UFO ne saranno deliziati, ma la produzione rappresenta un’ottima alternativa ai “soliti” action anche per tutti coloro che non hanno familiarità con il genere. Grazie all’ottima fase tutorial, le conoscenze pregresse non sono necessarie, e il ritmo più compassato permette fasi di gioco più gestibili e rilassate del solito. Se ancora non vi siete schierati nella guerra per respingere la minaccia aliena, questo è il momento, dato che XCOM: Enemy Unknown rappresenta una delle produzioni meglio riuscite, e più inaspettate, del 2012.

DelusioneResident Evil 6

Il vero problema di Resident Evil 6 è ciò che avrebbe potuto essere. Capcom ha avuto a disposizione il tempo e le risorse per portare sugli scaffali un grande ritorno per la storica saga, e li ha sostanzialmente sprecati. Magari non il ritorno al “survival horror” classico che molti fan di vecchia data auspicavano, ma quantomeno un capitolo al pari del quarto, più action e capace nondimeno di offrire un intrattenimento di altissimo livello. La chance era concreta, eppure qualcosa in fase di sviluppo è andato decisamente storto. Il risultato finale non è del tutto da disprezzare, ma in questo action adrenalinico, ingenuo e spesso mal disegnato è molto difficile scovare dettagli che lo distinguano dalla massa. Sebbene l’offerta sia indubbiamente corposa, tra le diverse campagne e la cooperativa due giocatori sempre disponibile, il game design obsoleto non riesce a mantenere la presa sul giocatore, né il comparto grafico datato si rivela in grado di supportare le ambizioni visive degli sviluppatori. Una delusione dovuta più che altro alle aspettative legate al nome, e ad un grande ritorno mancato.

AttesaAlien: Colonial Marines

Con una decina di “nomi illustri” già affiancati da date d’uscita e molti altri annunci in arrivo, il 2013 si prospetta come un’annata molto ricca, per chiudere degnamente questa longeva generazione di console. Di fronte a tale abbondanza, è facile dimenticarsi di una produzione come Aliens: Colonial Marines, ma il gioco Gearbox nasconde ben più di un lato interessante. Molti appassionati ricorderanno i due classici Alien versus Predator (datati rispettivamente 1999 e 2001) sviluppati da Rebellion, cui ha fatto seguito, due anni fa, uno scialbo reboot. I ragazzi di Gearbox, gli stessi dell’ottima saga di Borderlands, sono pronti a riportare sugli schermi gli Xenomorfi di Giger, quesa volta senza intrusioni da parte dei Predator. Solo Marines Coloniali e Alien, in una sfida che comprende una campagna singolo giocatore affiancata da una trama originale e un comparto multigiocatore competitivo provvisto di molte modalità. Le presentazioni stampa della scorsa estate e i video gameplay finora rilasciati lasciano presagire un ritorno ai fasti del passato, pronto a raggiungere gli scaffali il 12 febbraio 2013.


Scelti da Nicolò Carboni

Dishonored

Una città ammalata, un impero in decomposizione, una sovrana brutalmente uccisa nel suo castello. In mezzo a tutto questo, noi, fedelissima guardia del corpo della famiglia reale ingiustamente accusata del peggior omicidio possibile. Sviluppato da alcuni veterani del settore (noti soprattutto per aver lavorato ad Half Life 2), Dishonored è un titolo che non si dimentica facilmente: recuperando atmosfere, struttura e logiche di alcuni capolavori del passato – su tutti il mitico Thief – l’avventura di Corvo Attano unisce a una componente artistica di altissimo pregio un gameplay bilanciato e, soprattutto, approcciabile in molti modi diversi. Volete avanzare come carri armati? Potete farlo. Non volete usare nessuna arma per l’intero gioco? Possibile allo stesso modo.
I ragazzi di Arkane hanno lanciato, con un certo coraggio, un nuovo brand fortissimo che, certamente, supererà indenne la fine di questa generazione. Noi non vediamo l’ora di mettere le mani sulle nuove avventure di Corvo e, per tutti questi motivi lo premiamo come uno dei migliori titoli dell’anno.

Rayman Origins

Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul ritorno di Rayman, di certo non in due dimensioni. Michel Ancel e il suo team di UbiArt, invece, sono riusciti nell’impresa di riportare i salti e le piattaforme al centro del mondo videoludico, unendo una componente grafica strepitosa (resa ancora più bella dalla perfezione dell’HD a 1080p) a un gameplay che – imparando la lezione di Donkey Kong Country Returns – non ha paura a mostrarsi anche nel suo lato più impegnativo e, a volte, frustrante. Rayman Origins è insieme un grande inno al gaming di vent’anni fa e il primo, vero, tentativo di immaginare un futuro per il genere platform che non si riduca alla mera esecuzione di schemi preconfezionati.
Ora, con Rayman Legends, Ubisoft cercherà di replicare la magia, stavolta però in esclusiva su Wii U, nel frattempo il nostro consiglio è di recuperare l’episodio originale. Non ve ne pentirete.

Halo 4

Trasformare un FPS muscolare e ipertrofico in una delle più delicate storie d’amore mai raccontate in un videogame. Un’impresa impossibile per qualcuno, ma non per i ragazzi di 343 Industries che, dopo essersi caricati sulle spalle il peso (e la responsabilità) di continuare la saga di Halo, hanno deciso di rifondare il mito dalle sue basi, destrutturandolo e creando un nuovo inizio. Halo 4 non è uno sparatutto, o – quantomeno – non lo è nella misura in cui ce lo si aspetterebbe. Tra una scena d’azione e l’altra, gli sviluppatori sono riusciti a inserire una trama che, anziché fare da mero contorno, finalmente trasforma Master Chief e Cortana in due personaggi completi, andando a scavare nelle loro personalità e nel loro modo d’essere. Hao 4 non è solo un grandissimo FPS, che magari non innova ma, grazie alla perfezione granitica del gameplay, riesce comunque a lasciare qualcosa di profondo in tutti i gamer.

DelusioneMass Effect 3

Inutile girarci intorno, il terzo episodio della saga di Mass Effect era IL titolo dell’anno. Conclusione di un’avventura epica e atteso da migliaia di fan, il gioco BioWare aveva tutte le carte in regola per essere la gemma più lucente della corona di EA. Tuttavia qualcosa non ha funzionato. La trama, che nei primi due titoli scorreva via con l’eleganza propria della grande epica, in Mass Effect 3 si accartoccia su se stessa, diventando un confuso pastiche di citazioni ed esistenzialismi pseudo new age. Anche la componente ludica, che in ME e ME 2 aveva raggiunto un ottimo equilibrio fra GDR ed action, scivola troppo velocemente e con troppa faciloneria nell’azione più becera. BioWare, nel suo tentativo di avvicinarsi al grande pubblico ha finito per smarrire se stessa. Ironico che proprio quest’anno sia tornato sui nostri schermi Baldur’s Gate, le nuove miserie si confrontano con le grandezze passate.

AttesaBioshock Infinite

Columbia è un sogno ad occhi aperti. Dopo le profondità marine del primo Bioshock, e una deviazione non troppo apprezzata nel secondo capitolo della serie, la saga dei big daddy torna nelle mani di Irrational e Ken Levine. Con una protagonista di fascino e un'ambientazione più che ispirata, Infinite ha affascinato la stampa fin dalla sua primissima presentazione un paio di anni fa. Vedremo ad aprile se Levine e il suo team sapranno mantenere le aspettative che hanno creato o se il sogno di Bioshock Infinite farà la fine delle utopie cittadine che hanno fatto da sfondo alle avventure della saga.