L'azienda di Cupertino ha presentato i nuovi MacBook Air, un rivoluzionario Mac Pro e il futuro di iOS, ecco le nostre impressioni…

Apple, per la prima volta da anni, è sulla difensiva. Samsung continua a conquistare quote di mercato nel settore degli smartphone, mentre i dubbi sul regime fiscale “furbo” dell’azienda hanno fatto apparire qualche incrinatura sulla luccicante coolness dell’azienda di Cupertino. Come se non bastasse iPhone 5, pur vendendo come non mai, ha sollevato qualche dubbio di troppo, mentre portatili e Mac desktop sono rimasti per troppo tempo al palo.

Con questa WWDC, l’azienda della mela ha voluto darsi un colpo di reni, tornando la dove tutto è iniziato: ai computer.

Tim Cook e colleghi, infatti, anziché dedicare troppo tempo alle novità per il mercato mobile, hanno riportato Apple a quello che, fino a pochi anni fa, era il suo core business, ovvero la creazione dei computer migliori del mondo. In questo senso l’annuncio della nuova versione di OS X, soprannominata Maverick in onore di una zona della California nota per il surf, è una notizia più che gradita. Stando alla demo mostrata durante il keynote, gli sviluppatori hanno deciso di concentrarsi sull’usabilità desktop del sistema operativo, correggendo alcuni eccessi che hanno afflitto le due precedenti versioni del Mac OS e, finalmente, cercando di superare l’approccio che ha definito l’usabilità informatica degli ultimi vent’anni. Come Windows 8, infatti, anche Maverick cerca di superare il paradigma basato sulle cartelle, permettendo di taggare i file e unificando buona parte degli avvisi di sistema (e dei vari software) in un unico centro notifiche. Al momento non possiamo dire se l’esperimento riuscirà, in ogni caso è interessante come entrambe le aziende che hanno inventato i PC come li conosciamo oggi, abbiano deciso di fare – pressoché in contemporanea – il grande passo.

Stando alle ultime news, Microsoft starebbe già ripensandoci, ma non è detto che Apple non sia più fortunata.

Passando all’hardware, ormai è chiaro che l’azienda del fu Steve Jobs vede nel MacBook Air il suo prodotto informatico di punta. L’ultima revision del sottilissimo notebook della mela è più potente dei MacBook Air usciti appena un anno fa e ha un rapporto qualità prezzo assolutamente invidiabile. Com meno di duemila euro ci si può portare a casa una macchina con CPU i7 dual core, 8 GB di ram e 256 GB di disco fisso SSD, niente male se si considera che tutto questo ben di dio è infilato in un case spesso pochi millimetri. La vera sorpresa, però, è arrivata quando Phil Schiller ha mostrato al mondo i nuovi Mac Pro, una vera e propria rivoluzione copernicana nel modo di intendere il computing moderno. Con un design molto debitore al mitico (e purtroppo poco amato) Anniversary Mac degli anni ‘90, i Mac Pro ci riportano alla mente la Apple di un tempo, quella capace di proporre vere e proprie magie come gli iMac G4 o il PowerMac Cube. I nuovi desktop professionali saranno disponibili a fine anno e, per ora, l’azienda non ha dato indicazioni di prezzo (noi ipotizziamo che sarà facilmente superiore ai 2500 euro), tuttavia qualsiasi amante del design e della tecnologia non può non rimanere ammirato davanti al coraggio di Jony Ive e del suo team.

Ricordiamo, purtroppo, che esperimenti simili (sempre in casa Apple) sono spesso finiti con fallimenti clamorosi, speriamo, dunque, che in questo caso a Cupertino abbiano imparato la lezione. Molto interessante, infine, il fatto che i nuovi Mac Pro sono interamente costruiti in America, così come Cook aveva annunciato qualche mese fa. La mossa, che non mancherà di far discutere, lancia un segnale interessante al business moderno; se l’esperimento di Apple dovesse avere successo le relazioni commerciali ed economiche con la Cina e, più in generale, i produttori dell’estremo oriente potrebbero modificarsi in modo radicale. Che l’era Foxcoon si stia avviando a una, lenta, conclusione?

Chiusa la fase desktop, Apple ha deciso di dedicare l’ultima parte del keynote ad iOS e, più precisamente, alla settima versione del sistema operativo. Nello svilupparequesta revision, i designer hanno portato alle estreme conseguenze la tipica mania della mela per il minimalismo. Tutte le ombre, le linee, i tasti e i colori superflui sono stati eliminati, lasciando solo lo stretto necessario. Il risultato è qualcosa di molto particolare e non necessariamente facile da comprendere per gli utenti. Anche qui Ive ed il suo team hanno deciso di osare molto, portando l’estetica del less is more veramente al limite assoluto. Vedremo nei prossimi mesi – iOS 7 dovrebbe uscire prima di fine anno – se gli sforzi saranno ripagati, in ogni caso questa nuova versione del sistema operativo di Apple recupera, almeno sul fronte dell’eye candy, quanto perso nei confronti di Android e, ancor più, di Windows Phone.

Nel complesso, dunque, Apple ha saputo tenere botta, rilanciando su alcuni fronti (i computer, soprattutto) e proponendo alcuni interessanti indizi per il futuro del settore mobile. Vedremo se con gli annunci dei prossimi mesi – iPhone 5S e, forse, il favoleggiato iWatch – Cupertino si riprenderà la corona che, da qualche tempo, Samsung sta cercando di strappargli di mano.