Sono passati pochi giorni dall’uscita di Jurassic World – Il Dominio, ultimo capitolo del franchise iniziato nel 1993 con il celeberrimo film di Steven Spielberg. La recente pellicola con protagonisti i grossi lucertoloni preistorici ci ha però posto di fronte a una chiara mancanza rispetto al materiale originale: la totale assenza di momenti horror. Jurassic Park, per quanto pensato per essere un’opera fruibile da chiunque, non ha mai nascosto jump scare, esseri umani divorati e arti strappati. Oggi, al contrario, si ha la costante paura di spaventare i ragazzini. Ragazzini che, a loro volta, non vedono l’ora di spaventarsi.

Ed ecco che a questo ci pensa Coatsink Software, con il suo Jurassic World Aftermath.

Titolo per la realtà virtuale dalle atmosfere horror, Aftermath sembra prendere Dino Crisis per fonderlo poi con Red Matter. Se questo basterà a rendere il titolo interessante, lo scoprirete nel corso della nostra recensione.

 

LA TENSIONE SALE

Sviluppato in due atti, l’opera del team inglese ci mette nei panni di Sam, un esperto di sicurezza che viene attaccato da un gigantesco pterodattilo durante il volo per raggiungere Isla Nublar. Una volta sopravvissuto allo schianto dell’aereo, Sam dovrà cercare di attivare la corrente e fuggire prima di venire divorato dalle numerose creature che dominano ormai l’isola.

La trama semplice e priva di particolari colpi di scena viene bilanciata da un’atmosfera avvolgente e da una tensione costante. Muoversi all’interno della base, guardare oltre gli angoli e nascondersi dai Raptor affamati coinvolge in maniera viscerale. Una volta indossato il Meta Quest 2 ci siamo trovati sull’isola, comprendendo quanto i dinosauri possano essere realmente imponenti. Non si può comprendere la potenza dei muscoli di un velociraptor fino a quando non ce ne troviamo uno davanti in tutta la sua brutale pericolosità.

Siamo rimasti molto soddisfatti sia dalla prima che dalla seconda parte di Jurassic World Aftermath. Durante l’evolversi della vicenda abbiamo potuto incontrare diverse razze di dinosauri, studiandole e adattandoci al loro comportamento. Un’esperienza inedita, che si pone come nuovo metro di misura per le storie horror con i lucertoloni troppo cresciuti.

 

Jurassic World Aftermath

CORRI, NASCONDITI, NON TI MUOVERE

Jurassic World Aftermath è un titolo in prima persona, dove però non abbiamo accesso a nessuna bocca da fuoco. Un po’ come in Amnesia o in Alien: Isolation, dovremo attraversare le varie aree di gioco evitando di venir avvistati dai numerosi predatori. Nel frattempo saremo chiamati a risolvere puzzle ambientali semplici, ma interessanti, per poter accedere alle nuove aree.

Peccato per la scarsa interattività con l’ambiente di gioco, presente solo quando necessario ai fini narrativi. Non che questo sia un vero difetto, sia chiaro, ma ci sarebbe piaciuto poter interagire con più oggetti a schermo. Un po’ come in The Walking Dead: Saints & Sinners.

La longevità dell’intera avventura si attesta attorno alle otto ore, risultando perfettamente in linea con le produzioni più classiche, anche lontane dal mondo della realtà virtuale. Una volta raggiunti i titoli di coda si ha la sensazione di aver vissuto un lungo viaggio, costellato di insidie e di momenti memorabili.

 

Jurassic World Aftermath

CEL-SHADING MON AMOUR

Da un punto di vista estetico, Jurassic World Aftermath fa una mossa molto furba: applica il cel-shading per abbassare la tensione generale e nascondere alcune limitazioni tecniche. Il gioco rimane, come già accennato, un survival horror, ma i colori accesi e la grafica “cartoon” delle creature ci hanno permesso di superare indenni l’intera avventura senza subire costanti infarti. I modelli dei dinosauri sono molto curati e il design ha saputo conquistarci sin dal primo minuto di gioco.

Ottima la componente sonora, che gioca sui silenzi in modo da farci percepire i passi delle creature attorno a noi. Il doppiaggio in inglese ci è parso nella media, senza però mai brillare davvero. Sottolineiamo infine l’assenza dei sottotitoli in italiano. Il gioco rimane estremamente comprensibile, però è indubbio che avremmo preferito poter vivere l’intera avventura con il parlato (o i testi) nella nostra lingua.

 

 

Jurassic World Aftermath è tutto quello che avremmo voluto da un titolo ambientato nel mondo di Jurassic Park. Tensione, adrenalina, momenti esaltanti si alternano a ripetizione, regalando un’esperienza al cardiopalma. Peccato per la scarsa interattività ambientale e per l’assenza di meccaniche ludiche particolarmente interessanti, che limitano il titolo e gli impediscono di ambire al capolavoro che sarebbe potuto essere. I ragazzi di Coatsink Software hanno dimostrato per l’ennesima volta la loro bravura e ci auguriamo che possano prendere quanto di buono fatto con Aftermath per potenziarlo ulteriormente in un eventuale secondo capitolo. Per ora, se amate i dinosauri e avete un Meta Quest, questo è il titolo che dovete assolutamente avere nella vostra libreria.

VOTO8
Tipologia di gioco

Jurassic World Aftermath è un survival horror in prima persona pensato per la realtà virtuale.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su Meta Quest 2 grazie a un codice cortesemente fornitoci dal Publisher.