Il 21 febbraio del 1986 Nintendo decideva, nuovamente, di fare la storia con The Legend of Zelda. Il suo campione, quel Shigeru Miyamoto che ha passato l’infanzia ad esplorare giardini e colline vicino casa sua, passatempo che influirà fortemente nella realizzazione dei suoi futuri capolavori, dopo il successo riscontrato con Donkey Kong e Super Mario, raggiungeva nuovamente l’Olimpo del nascente medium stupendo il mondo intero con il primissimo capitolo dell’arcinoto brand della Grande N, avventura pioneristica destinata a cambiare per sempre la portata e la percezione dei videogiochi agli occhi di un pubblico che in quegli anni si stava velocemente ampliando.

Per la prima volta, difatti, all’utente era concessa una pressoché totale libertà di movimento, limitata esclusivamente dalla necessità di reperire particolari oggetti per liberare il passaggio in certe location. Siamo agli esordi dell’open-world così come lo intendiamo tutt’ora, feature che diventerà un elemento di design disti...