Cosa è successo?

È la domanda che viene posta a Mike Williams (Mark Wahlberg) all’inizio di un film che racconta anche l’incipit di una testimonianza processuale che non vediamo. Lo schermo è nero. Poi, dal buio di un’aula di tribunale dove esistono solo le voci delle domande (“Cosa è successo?”) ma non le facce delle risposte, passiamo alle oscure profondità di un mare che appare subito come nostro imperscrutabile antagonista.
È una overture ostica quella di Deepwater: Inferno Sull’Oceano.
Cominciare in modo così nero un film da 110 milioni di dollari di budget nel contesto storico del 2016… è forse suicida?
O è forse il grande fascino dell’ultima fatica registica di un uomo che fece sgommare una corazzata in Battleship (2012)?
Stavolta però, sotto le onde del mare, non c’è più niente da ridere per Peter Berg.
Ed è tutto molto, molto, molto buio.

Capitalism: A Fight Story

Per Berg e i suoi sceneggiatori Matthew Michael Carnahan