Ozymandias di Byron… o no?

Incontrai un viandante di una terra dell’antichità, che diceva: “Due enormi gambe di pietra stroncate
stanno imponenti nel deserto… nella sabbia, non lungi di là, mezzo viso sprofondato e sfranto, e la sua fronte, e le rugose labbra, e il sogghigno di fredda autorità, tramandano che lo scultore di ben conoscere quelle passioni rivelava, che ancor sopravvivono, stampate senza vita su queste pietre, alla mano che le plasmava, e al sentimento che le alimentava. E sul piedistallo, queste parole cesellate: “Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re: ammirate, voi potenti, la mia opera e disperate!”. Null’altro rimane. Intorno alle rovine di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine”. (traduzione Antonio Taglialatela)

David di Michelangelo… o di Scott?

Quella sopra è la poesia preferita dell’androide David (Michael Fassbender) anche se lui è convinto l’a...