Tre anni di lavoro per regalarvi due ore di divertimento

È lo slogan di un film che ci avverte circa la pericolosità degli slogan. È la bugia di un’opera che vuole dirci la verità. Non sono due ore: la pellicola dura 79′. Nessuno regala niente: il biglietto del cinema, anche nel 1968, si paga. È vero -questo sì- che passarono tre anni dal primo lungometraggio d’animazione capolavoro di Bozzetto West and Soda (1965) al secondo lungo “masterpiece” con soldi anche stranieri Vip, Mio Fratello Superuomo (1968), opera ancora più bella e sicuramente, scusateci l’anglicismo semantico, “seminale” nel senso che oggi, nel 2017, si sente ancora di più quanto Gli Incredibili (2004) della Pixar o i Minions della Illumination abbiano attinto da questo superfilm. C’è già il riconoscimento da parte di Bozzetto dell’icona del ‘900 appena nata Woody Allen (Oreste Lionello lo doppia subito dopo il battesimo, nel ’65, con Ciao Pussycat e prima dei primi