“Vedo la gente morta”.

Cinema, romanzi e racconti ci hanno spesso raccontato che, quando abbiamo a che fare con i fantasmi, tutto ruota intorno al trauma, alla violenza che ha causato la loro dipartita mantenendoli ancorati a un luogo, talvolta, ben specifico.

Ce lo ha detto anche Tom Hiddleston quando, in occasione della presentazione stampa italiana di Crimson Peak avvenuta qualche anno fa, abbiamo toccato proprio questo argomento.

 

 

Ed è in una casa a metà fra quella del film di Guillermo del Toro e la terrificante Hill House dell’omonima – nonché bellissima e struggente – serie tv di Mike Flanagan che si svolge Mysterium, il gioco cooperativo da 2 a 7 giocatori vincitore di riconoscimenti quali il Golden Geek e il Gioco dell’Anno dell’As d’Or 2016 che ha un bagaglio superiore alle 300.000 copie vendute qua e là per il globo. Ideato da Oleksandr Nevskiy e Oleg Sidorenko e pubblicato da Libellud è ora disponibile anche in Italia grazie alla sempre attivissima Asmodee.

Il presupposto di Mysterium si basa sulla risoluzione di un omicidio vecchio 30 anni. Un gruppo di medium si ritrova riunito in una lugubre magione che è stata teatro del sanguinoso fatto e, in una manciata di ore (ovviamente non effettive) che rappresentano i turni di gioco, la luce dovrà far spazio alle tenebre e il vero colpevole del misfatto individuato.

Uno dei giocatori dovrà vestire gli ectoplasmatici panni dello spettro. Il suo scopo sarà quello di guidare i medium, con indicazioni mirate per ciascun partecipante, alla risoluzione del “cold case”. Il problema nasce tutto dal fatto che sono passate ben tre decadi da quando qualcuno, in una ben precisa area della villa, ha commesso l’efferato atto servendosi di un particolare strumento. E per questo il fantasma, seppur vincolato a doppia mandata con l’edificio in cui ha abbandonato la vita terrena per cause di forza maggiore, non ricorda molto bene tutti i dettagli della vicenda. Elemento, questo, che permette al gioco di deviare in maniera drastica dalla formula del “procedi per esclusione/trova il colpevole/arma del delitto/stanza dove è stato commesso l’omicidio” del classicissimo Cluedo (e delle sue varianti brandizzate), anche perché la struttura stessa del titolo non si basa sull’esplorazione di un tabellone che ripropone la planimetria di un edificio e un procedimento logico di esclusioni, quanto sulla corsa contro il tempo e delle deduzioni che devono avvenire sulla base delle fumose indicazioni, o meglio visioni dello spettro. Indicazioni che avvengono tramite un set di evocative illustrazioni che ricordano molto quelle del notissimo Dixit (non a caso sempre opera di Libellud) da cui poi verranno via via dedotti colpevole, luogo e arma del delitto.

Per arricchire l’esperienza di gioco già corposa e intuitiva del gioco base – d’altronde anche se il numero di carte presenti è quello, tutto varia in base alla fantasia di chi di volta in volta “interpreta” il fantasma – sono disponibili anche due espansioni dal titolo Segni Nascosti e Segreti e Bugie.

 

 

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