In questi giorni sta tenendo banco la cosiddetta “heartbeat bill”, la legge firmata dal governatore della Georgia, Brian Kemp, che vieta l’aborto quando è possibile rilevare il battito cardiaco del feto, cosa che avviene normalmente intorno alla sesta settimana di gestazione, momento in cui generalmente una donna si accorge di essere incinta.

Come spiegava tempo fa Il Post:

Finora in Georgia l’aborto era permesso fino alla ventesima settimana di gravidanza. La nuova legge, che entrerà in vigore il primo gennaio e prevede alcune eccezioni per i casi di incesto, stupro (se denunciato) e pericolo di vita della donna, riduce questa scadenza a sole sei settimane: a quando cioè molte donne non sono ancora nemmeno consapevoli di essere incinte, prima che possano essere riscontrate malformazioni e prima che, comunque, ci sia un vero e proprio “battito cardiaco” (a sei settimane l’embrione pulsa, ma non ha un organo cardiaco vero e proprio: lo stesso uso dell’espressione “battito cardiaco” da parte degli antiabortisti è discusso e contestato). Chi sostiene la libertà di scelta delle donne ha affermato che la nuova legge si traduce, di fatto, in un divieto all’aborto legale e sicuro.

Il caso della Georgia, infatti, non è isolato. Negli Stati Uniti i cosiddetti heartbeat billsono stati presentati in almeno altri quindici stati, in quattro di questi sono stati approvati (in alcuni, come l’Ohio, senza alcuna eccezione), mentre in altri tredici sono state introdotte o sono in discussione altre forme di restrizione all’interruzione di gravidanza.

In una nuova intervista rilasciata alla Reuters, il Presidente e CEO della Disney Bob Iger ha spiegato che sarà molto difficile continuare a mantenere attive le operazioni dello studio che, normalmente, si svolgono in Georgia. E vi ricordiamo che tanto ai Pinewood Studios di Atlanta quanto in location esterne, i Marvel Studios hanno girato svariati lungometraggi fra i quali Avengers: Infinity War ed Endgame.

Iger spiega:

Dubito che continueremo a lavorare in Georgia. Penso che molti nostri dipendenti per noi si rifiuteranno di lavorare lì e dovremo prestare ai loro desideri in tal senso. Al momento stiamo osservando con attenzione l’evolversi della faccenda. Se dovesse venir attuata, non intravedo possibilità pratiche per continuare a girare da quelle parti.

Per lo stato ci sarebbe un contraccolpo economico non indifferente visto che l’industria dell’intrattenimento crea circa 92.000 posti di lavoro in Georgia, con tutto l’indotto che ne consegue. Netflix, che ha scelto la Georgia come “base” di Stranger Things fra l’altro, ha già fatto sapere che lascerà lo stato qualora la legge dovesse entrare in vigore il primo gennaio del 2020.

Classifiche consigliate