Botta di visibilità (più o meno cercata) per Borat 2 a poche ore dal lancio in tutto il mondo sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video. Una scena del film, infatti, sta facendo molto discutere e ha messo sotto i riflettori l’ex sindaco di New York e avvocato personale di Donald Trump Rudy Giuliani.

Nella scena, girata a luglio di quest’anno e presente nell’ultimo atto del film, la figlia quindicenne di Borat di nome Turar (Maria Bakalova) ottiene un’intervista con Giuliani nella stanza di un hotel a Manhattan. Durante l’intervista, realizzata in maniera palesemente professionale nel salotto della suite con videocamera e illuminazione, Giuliani si dimostra particolarmente “amichevole” nei confronti della donna, che si spaccia per il volto di un notiziario fittizio di estrema destra. Baron Cohen si finge un tecnico del suono, e mentre cerca di collegare Giuliani al suono, litiga con la donna ed esclama frasi come “mia cugina sarebbe una moglie davvero petulante, fossi in lei continuerei a sposare le mie cugine” (il riferimento è al fatto che dopo 14 anni Giuliani ha annullato il suo primo matrimonio dopo aver scoperto di essere cugino di secondo grado di sua moglie). Il politico, che ha bevuto alcool durante tutta l’intervista, alla fine propone alla donna di spostarsi in camera sua per continuare a bere insieme, e le dice che se vuole può dargli il suo numero di telefono o indirizzo, continuando a toccarla e, alla fine, sdraiandosi sul letto mentre la giornalista gli rimuove il microfono. Nell’ultima scena, Giuliani si mette le mani nei pantaloni per rimettere a posto la camicia, sdraiato sul letto con la giornalista sopra di lui, per un certo periodo di tempo. Borat irrompe nella stanza e si rivolge all’avvocato 76enne: “Ha 15 anni, è troppo vecchia per te!”

Giuliani, saputo della presenza della scena nel film, si è affrettato a pubblicare su Twitter un duro attacco politico:

Questo video di Borat è stato completamente inventato. Mi stavo rimettendo la camicia nei pantaloni dopo che mi avevano tolto il microfono. Non c’è stato un momento prima, durante o dopo l’intervista in cui io mi sia comportato male. Se Sacha Baron Cohen suggerisce il contrario è un bugiardo. Infatti il NY Post oggi scrive che “sembra un’esagerazione realizzata in montaggio”. Non appena mi sono reso conto di essere stato raggirato, ho chiamato la polizia, cosa che è stata segnalata dall’Hollywood Reporter l’8 luglio.

Si tratta di un tentativo di sminuire i miei tentativi di esporre la depravazione e la criminalità di Joe Biden e della sua intera famiglia. Deadline rivela che a settembre il film è stato proiettato ai distributori e questa scena non venne nemmeno citata.

Intervistato su WABC (via The Daily Beast), Giuliani ha aggiunto:

Tutti mi odiano a Hollywood, sapete? […] In realtà, ho pregato insieme a quella donna, e successivamente lei si è offerta di farmi un massaggio. A quel punto mi sono reso conto che ero stato preso in giro, e me ne sono andato. [nota: nel film, si vede chiaramente che il politico se ne va quando arriva Sacha Baron Cohen]. Dovevo togliermi il microfono, e quando l’attrezzatura è caduta, la mia camicia è uscita… ma i miei vestiti erano totalmente allacciati. Mi sono sdraiato, ho rimesso a posto la camicia, e a questo punto hanno inserito delle immagini modificate. Ma vi assicuro che mi stavo mettendo a posto la camicia.

In realtà, a luglio lo stesso Giuliani aveva raccontato un’altra versione:

Ad un tratto irrompe questo tizio con quello che definirei come un look transgender rosa. Portava un bikini rosa glitterato, con i pizzi e sotto un top di rete traslucida, era assurdo. Aveva la barba, le gambe nude e non rientrava nell’ambito di quello che sono solito definire come attraente.

Questa persona è entrata gridando e urlando, ho pensato che si trattasse di una truffa o di una qualche forma di ricatto quindi ho chiamato la polizia. Poi lui è scappato via.

Ho capito solo dopo che Sacha Baron Cohen. Ho pensato a tutta la gente che ha fregato e mi sono sentito sollevato dal fatto che con me non c’è riuscito. Sono fan dei suoi film, in particolare Borat, perché sono stato in Kazakhstan [imitando l’accento di Borat] “Lei è mia sorella. È la quarta prostituta in tutto il Kazakhstan!”. Molto divertente.

 

L’appuntamento con il film è fissato al 23 ottobre anche se attendiamo notizie più sicure sull’uscita italiana.

In questo sequel Borat non è più il presentatore semisconosciuto kazako del 2006. Oggi tutti sanno chi è, quindi deve andare sotto copertura per intervistare le persone. Potete trovare ulteriori dettagli sul film in questo approfondimento.

Il primo film, Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, è uscito nel 2006 in America e nel 2007 in Italia. Costato 18 milioni di dollari, ne incassò poi quasi 262 a livello globale.

Quanto attendete Borat: Subsequent Moviefilm, la nuova follia firmata dal geniale Sacha Baron Cohen? Ditecelo, come sempre, nello spazio dei commenti in calce all’articolo!

Le serie imperdibili

Classifiche consigliate