Quando a sette anni di distanza dal primo film è arrivato nei cinema Aliens – Scontro Finale di James Cameron, il pubblico cinematografico, oltre a decretare il successo commerciale della pellicola, fu in grado di ammirare una nuova sfaccettatura del franchise, meno horror-freudiana se vogliamo, e più improntata allo scontro fra la “voce” femminile e quella maschile, al timore verso la tecnologia (tema portante di tutta la cinematografia di Cameron), all’allegoria della guerra del Vietnam e chi più ne ha più ne metta.

Sappiamo bene che fra qualche mese la saga tornerà nelle sale con Alien: Covenant, lungometraggio diretto da Ridley Scott che sarà – allo stesso tempo – un sequel di Prometheus e un prequel di Alien. C’è molta curiosità intorno a questo progetto e la calorosissima accoglienza tributata in tutto il mondo al primo trailer (lo trovate più in basso) è ulteriore testimonianza di ciò.

Fra gli scettici troviamo, in maniera abbastanza curiosa, proprio James Cameron che, in una recentissima intervista a Vulture, ha affermato:

Il franchise è andato avanti in maniera alquanto confusionaria. Non penso che abbia funzionato particolarmente bene. Credo che ormai siamo andati avanti, lasciandocelo alle spalle. Ok, abbiamo tutta la questione del meme freudiano biomeccanico. Da quella volta in poi l’ho rivisto applicato a 100 film horror. Credo che entrambi i film siano stati un punto di riferimento in un periodo temporale ben preciso. Ma farne un altro ha ancora senso? Non lo so. Forse. Vedremo e giudicheremo.

Per il filmmaker canadese il primo film:

Ha ispirato una generazione intera di registi e appassionati di sci-fi. Ha dato vita a tutta una serie di pellicole ispirate ad Alien dal punto di vista stilistico, compreso il mio Aliens, sequel legittimo e, credo, degno erede del primo. L’ho fatto come un vero fanboy. Volevo onorarlo, ma aggiungere anche la mia voce.

Cameron si premura anche di esprimere tutto il suo rispetto per il collega Ridley Scott:

Fammi solo aggiungere – e ti prego di non tagliare questa parte – che farei la fila per andare a vedere qualsiasi film di Ridley, anche uno non particolarmente riuscito, perché è un notevole artista e filmmaker. Imparo sempre qualcosa da lui. E vedere quello che farà tornando al suo franchise mi affascina.

 

 

 

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