I dati trimestrali di AMC Theatres, la più grande catena cinematografica al mondo (proprietaria anche di UCI Cinemas), sono “quasi irrilevanti”, per usare le parole del CFO Sean Goodman. L’azienda perde quasi 100 milioni di dollari di liquidità al mese, e di questo passo potrebbe arrivare al fallimento entro la fine dell’anno: “Siamo quasi in una situazione di guerra, dobbiamo avere lo stesso approccio risoluto e determinato”, ha spiegato il CEO Adam Aron agli investitori. “Si tratta semplicemente di una cosa: crediamo di aver bisogno di aumentare ancora di più il capitale, per assicurarci la sopravvivenza almeno fino alla prossima estate. E la domanda è: siamo già arrivati a ottenere quel capitale o no?”

Al momento, la catena è in grado di mantenersi in vita fino ai primi mesi del 2021, ma avrà bisogno di altri soldi per arrivare all’estate, quando ritiene usciranno i blockbuster e un vaccino sarà disponibile.

Negli Stati Uniti il 90% delle sale della catena sono aperte (di cui la metà solo durante il weekend, con uno o due spettacoli al giorno), ma mancano i territori di New York City e Los Angeles, fondamentali per gli incassi. La scelta di mantenere le sale aperte in questa maniera, rispetto a chiuderle come ha fatto Regal, è secondo Aaron più intelligente, perché riduce i costi pur dando ai clienti l’impressione che i cinema siano ancora aperti. Ad ogni modo, le presenze negli Stati Uniti sono crollate del 97% nell’ultimo trimestre rispetto al 2019 (includendo i cinema che hanno chiuso i battenti).

Durante la conferenza, Aaron ha parlato anche dell’accordo stretto con Universal in primavera, secondo cui le pellicole della major possono uscire in PVOD con una finestra di poche settimane, a patto di condividere gli incassi con la catena: “Finora, abbiamo fatto più soldi con la combo uscita in sala / PVOD di Kajillionaire che se avessimo deciso di tenerlo in sala per 74 giorni come impongono le finestre tradizionali”. Per questo motivo AMC sta parlando con tutte le major, cercando di stringere simili accordi:

Non siamo fermi al 1955. Vogliamo prendere in considerazione modelli alternativi, sappiamo che esiste lo streaming e pensiamo che possa aiutare sia noi che gli studios a ottimizzare i profitti combinando l’uscita in sala e quella in streaming. Chiaramente la combo è più redditizia sia per loro che per noi. Se si limitassero allo streaming perderebbero i 43 miliardi di dollari in incassi che i cinema hanno generato l’anno scorso in tutto il mondo.

In questo trimestre, AMC ha venduto cinque cinema nei paesi baltici per 77 milioni di dollari e ha chiuso circa 40 cinema negli USA e in Europa, quelli che generavano meno profitti.

Fonte: Indiewire

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