Ammazzavampiri, in originale Fright Night, è uno dei più noti e amati horror degli anni ottanta che, per la regia di Tom Holland (regista omonimo del più giovane attore protagonista di Spider-Man e Uncharted, ndr.), raccontava la storia di un ragazzo appassionato di film dell’orrore, Charley Brewster (William Ragsdale) convinto del fatto che il suo nuovo vicino di casa, l’affascinante Jerry Dandridge (Chris Sarandon) sia un vampiro. Chiaramente nessuno dà il giusto peso alle parole del giovane nonostante, nell’area, si siano verificati dei delitti.

Il film ha avuto un seguito nel 1988, Ammazzavampiri 2, scritto e diretto da Tommy Lee Wallace (il regista della miniserie TV tratta da IT) sulla base di un soggetto dello stesso Tom Holland, e un remake nel 2011, Fright Night – Il vampiro della porta accanto diretto da Craig Gillespie che, malgrado il buon apprezzamento critico, non ha però ottenuto il successo che la DreamWorks e la Disney speravano di ottenere al botteghino.

In una recente intervista a SyFy Wire, Tom Holland ha spiegato di essere al lavoro sul sequel di Ammazzavampiri, di aver già scritto qualcosa come 31.000 parole della sceneggiatura e di prevedere anche il ritorno dell’iconico Evil Ed, l’amico di Charley Brewster che viene trasformato in vampiro dal signor Dandridge.

Ci sto ancora provando, sto scrivendo il sequel di Ammazzavampiri proprio ora, ho scritto 31.ooo parole. Al momento l’ho chiamato Fright Night: Resurrection. Sai, è l’unico modo che ho per proteggermi: se vuoi qualcosa fatto bene, devi farlo tu stesso. Naturalmente ritornano sia Charlie che Evil Ed. Sto riportando tutti quelli che posso. E lo chiamo “risurrezione” proprio perché dobbiamo far risorgere Billy Cole e Jerry Dandridge. Ma ora mi fermo e non dico altro.

Durante la chiacchierata ha ricordato anche l’esperienza del primo film:

Sono stato molto fortunato a riuscire a tirare fuori dal cilindro Ammazzavampiri perché, al tempo, nessuno voleva avere a che fare con i vampiri. Il Dracula del 1979 con Frank Langella era andato malissimo e poi George Hamilton lo inetrpretò in chiave parodica in Amore al primo morso. Quando arriva la farsa, significa che un dato genere è morto. Che ha esaurito le energie. Ed è in quel contesto che io ho fatto il mio film […] La storia di Ammazzavampiri era molto specifica. Parlava di un adolescente che ama gli horror ed è convinto che il suo vicino di casa sia un vampiro. In pratica parlavo di me. Stavo scrivendo dei film che amavo quando avevo 15, 16, 17 anni, le IP leggendarie della Hammer con Christopher Lee, Peter Cushing e Vincent Price. È così che ho creato il personaggio di Peter Vincent, il presentatore dello show horror. Stavo parlando di me, della mia esperienza di crescita.

Cosa ne pensate? Vi piacerebbe vedere un nuovo Ammazzavampiri scritto e diretto da Tom Holland? Ditecelo nei commenti!

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