Paul Verhoeven ha recentemente ricordato e raccontato un po’ di succosi retroscena su Atto di forza, il leggendario sci-fi del 1990 con Arnold Schwarzenegger che, lo ricordiamo, era liberamente ispirato al racconto di Philip K. Dick “Ricordiamo per voi (We Can Remember It For You Wholesale)”.

Tutto nasce a margine di una retrospettiva su alcuni grandi capolavori della fantascienza organizzati da Metrograph in cui sono stati inseriti anche due film di Verhoeven, RoboCop e Atto di Forza appunto.

Nel momento in cui gli viene chiesto come sia stato lavorare con il Re dell’action Arnold Schwarzenegger dopo aver diretto RoboCop in cui l’eroe del titolo era interpretato da un attore come Peter Weller che non era propriamente la classica action star, a proposito di Atto di forza dice:

Arnold voleva quella parte. Ma Dino De Laurentiis non voleva lui. Il personaggio doveva essere un impiegato, qualcuno di non muscoloso come Arnold. Il progetto non si concretizzò col regista australiano [Bruce Beresford] che era stato approcciato inizialmente. Arnold andò dalla Carolco Pictures e disse loro di comprare la sceneggiatura. Il co-fondatore Mario Kassar lo fece subito. Arnold gli disse che voleva il regista di RoboCop. Al che Mario mi chiamò e mi disse: “Ti manderò questa sceneggiatura a casa tua. Puoi leggerla il prima possibile? Voglio parlarne stasera”. La lessi e feci notare che c’era un problema con il terzo atto, ma a parte quello l’avevo immediatamente trovata molto divertente, valida e innovativa. Ci siamo ritrovati seduti a tavola in questo ristorante. Eravamo in cinque o sei. Mario disse: “Beh, pensi di poter lavorare con Arnold?”. Avevo già incontrato Arnold per caso in precedenza perché era amico del mio montatore Frank Urioste. Ho risposto “Sì”, perché era molto più interessante vedere Arnold come protagonista che uno che poteva passare per un ragioniere. Lui disse: “Diamoci la mano, inizierai domani”. Non avevamo neanche parlato di soldi. Ci siamo solo detti “Andiamo a girare il film”.

La pellicola, inizialmente, era in fase di sviluppo proprio presso la Dino De Laurentiis Corporation, con cui Arnold Schwarzenegger aveva lavorato a Conan il barbaro, ma passo poi nelle mani della citata Carolco, indimenticabile casa di produzione indipendente attiva dal 1976 al 1995 e fondata dai leggendari Mario Kassar e Andrew G. Vajna.

Ma cosa aveva catturato la sua attenzione nello specifico? Il regista dice in merito:

Era in generale una sceneggiatura molto intelligente. Ho scoperto che c’erano circa 30 o 40 versioni precedenti a quella che avevo letto. Io e la mia assistente Lynn abbiamo esaminato tutte queste stesurei per trovare tutto ciò che poteva eventualmente essere interessante recuperare che, magari, era andato perso nei vari passaggi. Abbiamo usato tutto. Ma mi è stato chiaro fin dall’inizio che la sceneggiatura era troppo convenzionale, troppo americana, troppo simile ad altri film già realizzati. Aveva bisogno di qualcos’altro. Gary L. Goldman si unì al team e correggemmo tutto questo.

Nell’epilogo originale ideato dal leggendario Dan O’Bannon, il personaggio di Arnold, Douglas “Doug” Quaid / Carl Hauser, scopre di essere un marziano creato da una specie ormai estinta. Elemento che è stato poi modificato:

Quell’elemento era ancora presente nella sceneggiatura che mi avevano inviato. Ma era chiaro, per me e per Goldman, che l’eccezionalità del lungometraggio non doveva essere riservata al terzo atto. L’idea di non sapere cosa fosse reale poteva comunque essere inserita prima e accompagnarci per tutto il film. All’inizio, quando il medico gli dice che andrà fuori di testa se non prende la pillola, devo dire che è una scena fantastica. Abbiamo voluto portare quella sensazione anche al resto del film.

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FONTE: Metrograph

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