In occasione del lancio di Lezioni di creatività, il suo libro pubblicato in italia da Sperling & Kupfer, Bob Iger ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica nella quale ha ripercorso la sua carriera e, in particolare, alcuni aneddoti legati alle più importanti acquisizioni della Disney durante la sua dirigenza.

Per esempio, quella della Lucasfilm, cui fecero seguito alcuni commenti di George Lucas per i quali poi si scusò:

2012 e arriva l’acquisizione, per altri 4 miliardi, della Lucasfilm di Star Wars. Ma dopo un po’ il  fondatore mastica amaro e vi dà degli “schiavisti”. Avete recuperato il rapporto?
“Sì. Si scusò poco dopo. E l’anno scorso è venuto all’inaugurazione di un parco a tema Star Wars in California rimanendo ospite da me. George può essere caustico e non è uno che le manda a dire. In quel caso la scelta delle parole fu particolarmente infelice. Quel che credo volesse dire era che l’azienda era una sua creatura e che venderla era stato come vendere una parte di se stesso. Ma l’aveva deciso lui”.

Iger parla anche di un’acquisizione mancata, quella di Twitter:

Ci doveva essere un quinto megadeal, con Twitter: perché è abortito?
“Avevamo bisogno di una piattaforma digitale su cui veicolare i nostri contenuti e ci era sembrata una buona idea. All’epoca era anche associata a idee di democrazia, grazie al ruolo nelle Primavere arabe. Col tempo però, ben prima delle accuse di influenze russe nelle nostre elezioni, mi sono reso conto che Twitter era anche piena di robaccia, di contenuti di odio incompatibili con i nostri valori. E mi sono convinto che avrebbe potuto diventare un’enorme fonte di distrazione e avrebbe potuto danneggiare il nostro brand. Così, dopo aver lasciato un venerdì tutti certi che avremmo ratificato, il lunedì ho detto che non se ne sarebbe  fatto niente. E non mi sono mai pentito”.

Nell’intervista, l’ex CEO parla del rinvio della pensione a causa dell’emergenza Coronavirus, e di come Disney potrà riprendersi dalla crisi:

Resta la spettacolare picchiata dei profitti nel primo trimestre: come vi riprenderete?
“Siamo stati colpiti in maniera durissima. Ma recupereremo man mano che i cinema e i parchi a tema riapriranno. Tuttavia  non immagino a breve un vero ritorno alla normalità. È una traumatica occasione di cambiamento in cui dovremo imparare a fare tutto in modo più efficiente”.

E lei andrà davvero in pensione nel 2021?
“Già adesso non sono più Ceo. E sono rimasto, come da accordi, per dare una mano nella transizione. Con la pandemia sento un senso di responsabilità anche maggiore. Pensavo, dopo non aver fatto vere vacanze estive da quando avevo 14 anni, e aver sempre lavorato, di rifarmi ora. Ma dovrò rimandare”.

Infine, Iger sembra non escludere una fantomatica corsa alla presidenza degli Stati Uniti tra qualche anno, pur non sbilanciandosi:

È vero che correrà da candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti nel 2024?
“Non mi pronuncio su questo. In questo periodo mi diverto molto a fare da mentore per varie startup che non c’entrano con lo spettacolo. Credo di aver accumulato competenze su come gestire aziende e, stavo per dire nazioni, ma questo mi metterebbe nei guai (ride). Onestamente non lo so. Ma quando lascerò Disney, un venerdì, sono piuttosto convinto che saprò cosa fare il lunedì successivo”.

Trovate l’intervista integrale sul sito di Repubblica e sul Venerdì in edicola.

Classifiche consigliate