Nel dicembre 2017, Bryan Singer venne licenziato dalla regia di Bohemian Rhapsody per continue assenze dal set. Da quel momento, ha dovuto affrontare diverse accuse di comportamento inappropriato, che di fatto hanno interrotto la sua carriera, che comprende titoli celebri come I Soliti Sospetti, X-Men e Operazione Valchiria.

A distanza di anni, Variety riporta come il cineasta stia pianificando ora un ritorno in sordina con tre film di finzione a basso budget, ambientati in Israele e nei dintorni, dove ha vissuto negli ultimi anni. Singer, che lavora senza un agente, ha incontrato potenziali investitori per finanziare le pellicole, uno dei quali è ambientato negli anni Settanta: ciascuna verrebbe realizzata con circa 10 milioni di dollari. Chi sta producendo i film è al momento Jason Taylor, che in precedenza è stato presidente della produzione della società Bad Hat Harry Prods, fondata dallo stesso Singer.

Ma non solo: Singer sembra stia inoltre lavorando a un documentario autofinanziato su se stesso e sulle “sue lotte“. Secondo le fonti, intende affrontare le accuse di abusi sessuali e il suo tentativo di far ripartire la sua carriera. Oltre a quelle già citate, ricordiamo infatti come il regista abbia dovuto affrontare anche accuse di cattiva condotta sessuale mosse da alcuni adolescenti presenti sul set del suo film L’allievo, uscito nel 1997. Singer è stato citato come imputato nelle cause, risolte con il pagamento di una somma non rivelata.

Cosa ne pensate del documentario di Bryan Singer? Lasciate un commento!

FONTE: Variety

Classifiche consigliate