Per Variety Jonathan Majors, star di Creed 3 e dell’Universo Marvel, ha scritto un saggio breve sul Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, che è stata una delle esperienze cinematografiche ad aver segnato l’attore:

Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan è uno dei quei rari film di maggiore intrattenimento cinematografico che simultaneamente sfida gli spettatori con ogni fotogramma ad acquisire maggiore identità e conoscenza sociale, stuzzicando le nostre retine con colori e modelli densi di significato, e incita al dibattito nella nostra immaginazione e nel subconscio collettivo.

[…]

Il tema morale che percorre tutto il film è: cos’è giusto e cos’è sbagliato? A 18 anni sono rimasto seduto al cinema ben dopo la fine dei titoli di coda, sbigottito dalla bellezza e della complessità umana che non avevo mai visto al cinema fino a quel momento e oserei direi in tutta la mia esistenza.

Ha poi aggiunto:

Il film chiede cosa significhi essere umani, essere vivi e godersi a pieno la vita. Il Cavaliere Oscuro incide così vivamente la moralità agnostica della sopravvivenza e la disciplina della bontà. Il secondo episodio di Nolan della sua trilogia detiene per tutta la sua durata una verità impenetrabile: la vita e le persone sono belle, complicate e in evoluzione. È tutto questo che ha permesso al Cavaliere Oscuro di levarsi e lasciare il segno anche dopo tanti anni.

Dopo tutte le volte che l’ho rivisto, il film continua a dimostrarmi l’agilità dello spirito umano. Mostra, con una delle rivalità forse più grandi di tutti i tempi mai apparse sulla “celluloide” — quella del Batman di Bale e del Joker di Ledger— che ogni passo della nostra vita si muove verso l’eroe o il cattivo della nostra storia. E che le poche cose che possono guidarci veramente sono l’empatia e la speranza di un domani migliore, con una convinzione ostinata nella bontà in noi, negli altri e nella nostra Gotham personale. Seguite la bontà e credeteci.

Cosa ne pensate delle parole dell’attore? Ditecelo nei commenti!

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