Bad Robot e la Paramount Pictures hanno finalmente messo in cantiere un vero e proprio sequel diretto di Cloverfield, il film prodotto da JJ Abrams che nel 2008 ha lanciato la carriera di Matt Reeves (poi regista di Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie e The Batman).

A scrivere il film sarà lo sceneggiatore britannico Joe Barton, autore del film originale Netflix The Ritual e attualmente al lavoro anche sul film Invasion con Riz Ahmed e Octavia Spencer, per Amazon, oltre che alla serie Gotham City Police Department per la HBO con il ruolo di showrunner, dopo l’addio di Terence Winter. Abrams tornerà alla produzione assieme a Hannah Mingella, mentre Reeves non è stato coinvolto. La pellicola, stavolta, non sarà realizzata con la tecnica del found footage.

Costato 25 milioni di dollari, Cloverfield seguiva le vicende di un gruppo di ventenni che si ritrovavano in fuga per New York durante il terrificante attacco di un mostro gigantesco. Durante la promozione Bad Robot lanciò una campagna virale memorabile, che contribuì a generare moltissimo hype: il film debuttò quindi con un weekend da 40 milioni di dollari e finì per incassare 172 milioni di dollari in tutto il mondo. Anni dopo vennero realizzati altri due film, 10 Cloverfield Lane (2016) e The Cloverfield Paradox (2018), sviluppati inizialmente come progetti separati e inseriti successivamente nel franchise. Alla sceneggiatura di 10 Cloverfield Lane vi era anche Damien Chazelle, poi vincitore dell’Oscar per La La Land, e fu un successo di critica e incassi. The Cloverfield Paradox fu invece venduto dalla Paramount a Netflix e non ottenne il successo sperato. Così ne parlavamo nella nostra recensione:

L’aria è più quella di Life o della prima parte di Punto di Non Ritorno che quella degli altri due film nell’universo di Cloverfield, quella di un horror spaziale in cui le persone chiuse in un’astronave lottano contro qualcosa di poco chiaro. Nonostante un momento puramente Alien che include un tavolo, un malessere e molto sangue, è al cinema di paura più che a quello di tensione che si rifà The Cloverfield Paradox. Se il primo film è stata la maniera migliore in cui il cinema abbia elaborato e raccontato l’11 Settembre senza metterlo in scena direttamente (found footage, esclusione della minaccia, concentrazione sul panico e la distruzione) e il secondo era un gustosissimo gioco di tensione e suspense, questa volta è pura fantascienza speculativa, fatta di dimensioni parallele e teorie audaci.

Purtroppo The Cloverfield Paradox suona molto come il film che mette una pezza a posteriori, unendo i primi due (o quantomeno creando una cornice nella quale entrambi possono essere parte del medesimo universo narrativo), chiarendo come mai tutti questi film abbiano la parola Cloverfield nel titolo (ma sappiamo che in realtà originariamente era un titolo di lavorazione dato a caso e poi mantenuto) e infine rilanciando una mitologia per prossimi sfruttamenti.

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